È ancora Super Nibali, lo squalo divora il Tour de France

A Chamrousse vince in solitudine la terza tappa in questa edizione della "Grande Boucle" e scava un solco importante sugli avversari

Un Nibali sempre più dominatore del Tour
Un Nibali sempre più dominatore del Tour

Tanti corridori al via col desiderio di andare in fuga nella tappa odierna, e il risultato lo si può ammirare sulla prima salita del percorso: velocità altissima, con numerosi scatti, e il gruppo per nulla intenzionato a concedere troppa libertà, con il timore che il numero di fuggitivi sia troppo nutrito. A metà ascesa del Col de la Croix de Montvieux vanno via in sette, e ben tre sono italiani: Visconti, Oss e De Marchi, ai quali si aggiungono due francesi, Kadri e Brice Feillu. Altri due corridori si lanciano all'inseguimento, restando, però, per diversi chilometri a bagnomaria fra gli attaccanti e il gruppo, e si tratta del sempre attivo Bakelants e di Molard. In vetta al Gpm passa per primo Visconti, e a quel punto il gruppo decide di dare il via libera, rallentando l'andatura. In discesa i sette in avanscoperta raggiungono i 2 minuti e mezzo di vantaggio, con i contrattaccanti ormai prossimi al ricongiungimento.

Al termine della discesa ecco nove uomini in testa alla corsa, il gruppo è dietro di quasi 3 minuti. Joaquim Rodriguez punta al successo di tappa - sfuggitogli a La Planche des Belles Filles - e mette in testa la sua squadra a tirare, per mantenere la fuga sotto controllo. Fase centrale della tappa interlocutoria, poi in vista della seconda ascesa il gruppo aumenta il ritmo e ai piedi del Col de Palaquit il ritardo dai fuggitivi scende a 1 minuto e mezzo. Sulle prime rampe della salita si sfalda il gruppetto degli attaccanti: restano davanti Bakelants e Kadri, sui quali si rifà sotto De Marchi che poi prende l'iniziativa e allunga da solo. Il gruppo, che sale a gran velocità, riassorbe gli altri fuggitivi nel giro di pochi chilometri. Tappa resa ancora più dura dal caldo, con temperatura che arriva a ben 35°. Proprio per un colpo di caldo si ritira il capitano della Cofidis Navarro.

Gli uomini Astana si posizionano in testa al gruppo e il ritmo scende lievemente, De Marchi porta così il suo vantaggio a 3 minuti. L'Italiano della Cannondale transita per primo sul Gpm con 1 minuto di vantaggio su Bakelants, che insegue solitario. Sulla discesa del Col de Palaquit cade uno dei gregari di Nibali, Fuglsang, che fortunatamente riesce a proseguire. Gli uomini della Fdj si portano davanti per lavorare in appoggio al capitano Pinot nel falsopiano che precede la salita finale. All'imbocco dell'ascesa subentra la Movistar, Nibali invece è isolato perché solo Kangert è riuscito a rimanere accanto a lui. Staccati tutti gli altri compagni. Il ritmo della formazione di Valverde è fatale a Kwiatkowski e Rodriguez, che non riescono a restare coi migliori. A 14 km dall'arrivo si esaurisce il tentativo di De Marchi, ripreso dal gruppo poco dopo l'altro fuggitivo Bakelants.

Sorpresa ai -12: si stacca il secondo in classifica Richie Porte, visibilmente in difficoltà già da diversi chilometri. Due corridori di secondo piano, Majka e Konig, provano ad allungare sul gruppetto, poi sferra il suo attacco Valverde ma è pronta la risposta di Nibali, che appare fresco, e Pinot. I tre raggiungono Ten Dam e vanno su di comune accordo. Ai -6 è proprio Nibali a prendere l'iniziativa, con una progressione irresistibile con la quale lascia sul posto Valverde e Pinot, riportandosi velocemente sui due attaccanti. La maglia gialla prova a restare con i due compagni di fuga, ma il suo ritmo è nettamente superiore e ai -3 se ne va in totale solitudine.

Il suo è uno splendido assolo fino al traguardo: bellissima vittoria per onorare la memoria di Bartali e Casartelli. A 10'' da Nibali giungono Majka e Konig, mentre Valverde paga 50'', con Pinot poco più indietro a 53''. Van Garderen e Bardet arrivano con 1'23'' di ritardo.

In classifica ora Nibali comanda con un vantaggio di 3'37'' su Valverde, 4'24'' su Bardet e 4'40'' su Pinot. Tutti gli altri pagano più di 5 minuti. Giornata storta per l'australiano Porte, che va in crisi, prende 8 minuti e finisce fuori dai primi dieci.

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