Il "Triplete" esiste anche nel ciclismo, e si chiama "Tripla Corona": se la aggiudicano gli atleti in grado di vincere le tre grandi corse a tappe del calendario ciclistico. Nibali è il sesto corridore a vincere Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana, dopo Anquetil, l'insaziabile Merckx, il nostro Gimondi, Hinault e Contador. Un percorso cominciato nel 2010 con la Vuelta, proseguito lo scorso anno col Giro e completato oggi con il Tour. Una "Grande Boucle" dominata dal Siciliano, come testimoniano le quattro vittorie di tappa, e non solo. Sparata da finisseur a Sheffield, poi tempra da pavé nella tappa di Arenberg, conclusa al terzo posto davanti a tanti specialisti e che forse schiude un futuro da corridore delle pietre per Nibali.
Dopo di che padronanza assoluta sulle montagne: scatto a 3 km dalla vetta a La Planche des Belles Filles per riprendersi la maglia gialla, vittoria a Chamrousse per guadagnare terreno sui rivali e poi l'impresa di Hautacam con l'attacco ai piedi dell'ultima ascesa per ribadire la sua superiorità. Il quarto posto nella cronometro è stato il sigillo conclusivo. Ora è tempo di festeggiare, e magari cominciare a spostare un po' più in alto l'asticella della sfida: provare a vincere, nel 2015, Giro e Tour nello stesso anno. Impresa riuscita solo ai grandissimi, al cospetto dei quali Nibali si presenta con credenziali ottime.
Il 2005 è stato l'anno del suo debutto fra i professionisti, nella Fassa Bortolo. L'anno seguente passa alla Liquigas e inizia prendere confidenza con le vittorie, centrando due successi: una tappa alla "Settimana Coppi e Bartali" e il "Grand Prix de Ouest France". Nel 2007 fa la sua prima apparizione al Giro d'Italia, indossando la maglia bianca e mettendosi in luce nella tappa di Montevergine di Mercogliano, nella quale lavorò per il capitano Di Luca. Conclude al 19° posto. Nel 2008 si presenta nuovamente al via dopo aver vinto il Giro del Trentino e sfiora la top ten (11°). Qualche settimana più tardi ecco l'esordio al Tour, un 18° posto utile a fare esperienza. Nel 2009 punta tutto sulla "Grande Boucle" ed è protagonista, unico a resistere a Contador e Schleck sul Mont Ventoux. Il 7° posto finale è un piazzamento di spessore.
Il 2010 è l'anno della svolta, arrivata quasi per caso: sta preparando il Tour, ma la squadra lo chiama al Giro per rimpiazzare Pellizotti e correre in appoggio al capitano Basso. Nibali fa molto di più: indossa la maglia rosa per tre giorni, vince una tappa, aiuta Basso a conquistare il primo posto e conclude sul podio, 3°. Salta il Tour, va alla Vuelta e la vince, correndo con maturità e intelligenza tattica. Nel 2011 vorrebbe ripetere lo stesso percorso, magari vincendo anche al Giro; nella corsa rosa, però, è di nuovo 3°, battuto da Contador (poi squalificato) e da Scarponi, e in Spagna deve accontentarsi di un deludente 7° posto. È la sua stagione meno brillante, senza neppure una vittoria.
Nel 2012 cambia obiettivi e ritorna al Tour de France, chiudendolo sul podio alle spalle della coppia Sky Wiggins-Froome. È un risultato che fa da trampolino di lancio per il 2013, stagione in cui passa all'Astana, domina da padrone il Giro e sfiora il bis alla Vuelta, superato a tre giorni dalla conclusione da Chris Horner. Termina 2°, confermando le doti di regolarità e costanza ad alti livelli. Il resto è storia di questi giorni, un Tour corso da leader senza tentennamenti. Un cammino lungo dieci anni che l'ha portato sul gradino più alto della corsa ciclistica più importante al Mondo e non è ancora finita...
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