"Troppi infortuni e un futuro da dirigente". Ribery lascia il calcio

Dopo la rescissione del contratto con la Salernitana, per il campione francese è pronto un ruolo da dirigente sempre nella società del presidente Iervolino

"Troppi infortuni e un futuro da dirigente". Ribery lascia il calcio

Frank Ribery si ritira. A 39 anni l'attaccante francese è molto vicino alla risoluzione consensuale con la Salernitana e il conseguente addio al calcio giocato.

L'ex stella del Bayern Monaco, fermo dallo scorso agosto per un'infiammazione al ginocchio, avrebbe comunicato la sua decisione alla società e ai compagni di squadra nel corso di una cena di gruppo, a pochi giorni dalla delicata sfida salvezza contro l'Hellas Verona. Per Ribery però non sarà un addio alla Salernitana: dopo aver risolto il suo contratto da giocatore, potrebbe firmarne uno da dirigente sino al 30 giugno 2024.

Nelle ultime stagioni aveva scelto di accettare la sfida in Serie A. Prima alla Fiorentina, con cui ha fatto ancora magie nonostante l'età, poi la Salernitana, dove nella scorsa stagione ha collezionato 23 presenze e 3 assist. Quest'anno, invece soltanto due presenze, una nel match di Coppa Italia contro il Parma, l'altra nella prima giornata di campionato contro la Roma. Da lì in poi non è più sceso in campo a causa dei problemi al ginocchio.

Il profilo

Per anni è stato uno degli attaccanti esterni più forti al mondo. Agile, tecnico, rapidissimo, ha formato con Arjen Robben una coppia di ali unica al Bayern Monaco. Nelle 12 stagioni in Germania ha vinto 9 volte la Bundesliga e la Champions nel 2013, stagione in cui Ribery si è imposto al punto da essere nominato Uefa Best Player. Protagonista anche con la Francia, leader insieme a Zidane della Nazionale battuta dall'Italia in finale al Mondiale 2006.

Un fenomeno nato dalla strada. Cresciuto in un quartiere molto difficile di Boulogne-sur-mer, nel nord della Francia, Ribery ha saputo lottare contro tutto e tutti. Tenacia e carattere, qualità che gli hanno permesso di diventare uno dei giocatori più decisivi della storia del calcio moderno. La sua caratteristica più nota? La cicatrice, ovviamente. Vistosa e distintiva, che percorre l’intero lato destro del suo volto.

È un segno di quanto gli è successo all’età di 2 anni, quando rimase vittima di un incidente d’auto insieme ai genitori. La violenza dell’impatto fu tale che Ribery fu sbalzato fuori dall’abitacolo. In Turchia, ai tempi del Galatasaray, era per questo stato soprannominato Scarface: l’appellativo nacque quando i tifosi del club di Istanbul prepararono per lui la locandina del celebre film, sostituendolo al protagonista Al Pacino.

Ribery è stato tutto ed il contrario di tutto. Eccentrico ma discreto, un duro in campo ma legatissimo alla famiglia. E soprattutto guai a chi osasse definirlo"vecchio". Così quando un tifoso del Bayern, stufo dei problemi fisici del francese, aveva annunciato su Twitter che si sarebbe mangiato una scopa nel caso in cui Ribery avesse segnato.

Il risultato? Gol immediato al rientro e risposta

pungente sui social:"Buon appetito". Nonostante qualche infortunio di troppo negli ultimi tempi, sapeva di potere essere ancora decisivo. In fondo gli bastava solo qualche spezzone di gara per dimostrarlo.

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