Thu-La da Champions

Zampata di Thuram, poi Lautaro-gol: miglior bomber dell'Inter in coppa Campioni. Quarti di finale blindati

Thu-La da Champions
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L'Inter torna dall'Olanda con la vittoria che serviva per smussare gli spigoli della sfida di ritorno. Martedì avrà sì il peso e l'obbligo di giocare un'altra volta, sarà la 42esima partita della stagione, ma Inzaghi grazie al rotondo 0-2 griffato dalla ThuLa potrà già cominciare a preoccuparsi della successiva sfida all'Atalanta. Chiamale rotazioni, se vuoi. Che in un ottavo di Champions League non sempre sono per tutti, ma che l'Inter deve applicare nel modo più aritmetico possibile, per evitare che la voglia di provare a vincere tutto diventi nociva indigestione.

Qui tirano il fiato Mkhitaryan e Calhanoglu (gioca gli ultimi 10 minuti), che se fosse entrato prima avrebbe probabilmente segnato il rigore che valeva lo 0-3 e che invece Zielinski, designato direttamente e pubblicamente da Inzaghi, scarabocchia debole per il tuffo di Wellenreuther. Gioca solo un'ora Thuram, che ancora cammina anziché correre, ma fa in tempo a segnare un gol e a conquistarsi il rigore. L'altro gol lo firma Lautaro, e che gol, in avvio di secondo tempo. Parte e vince la ThuLa, finisce e restano ancora a secco Arnautovic e Taremi. Non proprio la stessa cosa, Inzaghi spera bastino almeno per il Monza.

Bastoni fa il Dimarco mentre Acerbi fa il Bastoni: ovvio il 3-5-2, Inzaghi sposta le pedine, ma non cambia il consolidato canovaccio della squadra (quest'anno 1 gol subìto in 9 partite di Champions); se Augusto non recupera, anche sabato il rimedio all'emergenza resta questo. E qui invece nessun dubbio che possa bastare.

Tutto scritto. Il clima caldo dello stadio, la partenza a testa bassa del Feyenoord (prima occasione al terzo minuto, come contro il Milan: solo che Martinez non se la butta dentro), quindi il possesso palla olandese e poi l'Inter che poco a poco esce dal guscio, prima argina le frecce esterne Osman e Moussa (a Paixao, incubo del Milan all'andata, pensa direttamente Van Persie, accentrandolo e nascondendolo dietro l'unica punta Carranza, incubo rossonero del ritorno), poi alza finalmente la Maginot oltre la metà campo. Acerbi dà la sveglia (primo tiro al minuto 35, parato), ma il risultato lo schioda Thuram, elegante e puntuale con l'esterno destro, sul grande centro di Barella. Francese di nuovo decisivo, nonostante sia in condizioni fisiche appena sufficienti, come si deduce dai suoi scatti depotenziati rispetto alle abitudini.

Prima del riposo, Lautaro potrebbe chiuderla, ma il portiere è più bravo di lui. Così il raddoppio arriva all'avvio della ripresa.

Bravo Zielinski, bravissimo il Toro, che segna il 18esimo gol in Champions League, come nessun altro nella storia nerazzurra (17 gol per Sandro Mazzola, con però 2 Coppe dei Campioni nell'albo d'oro). Poi il rigore conquistato e sbagliato, quindi gli ultimi cambi e il palleggio finale per portarla a casa senza ulteriori affanni.

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