la stanza di Mario CerviIl soggiorno della Merkel a Pompei aiuta il nostro turismo

C'è stata una gara nel dare la notizia della Merkel che ha visitato Pompei e che per entrare ha pagato il regolare biglietto come qualsiasi turista. E allora? Che ci sarebbe di strano? La stranezza sta nel fatto che la signora è riuscita a entrare, che non è incappata nella solita giornata di sciopero con tanto di sito chiuso. Non uno che abbia sottolineato il fatto che mentre a Pompei c'era la civiltà, a nord del Reno nemmeno conoscevano l'alfabeto, si vestivano di pelli e parlavano un idioma non molto dissimile da quello usato dai neandertaliani. Non stupiamoci se ha pagato il biglietto, anche se si tratta di un'usanza che nessun politico italiano conosce. I pochi euro che ha elargito al ministero competente sono già stati pagati ampiamente con tanto di interessi dagli italiani per mezzo delle varie imposizioni ai troppi presidenti del consiglio nominati da Berlino passando per il Quirinale.
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Caro Carpusi Visombala, sono d'accordo con lei quando osserva che, viste le usanze della casta italiana, si capisce lo scalpore suscitato dal fatto che a Pompei Angela Merkel abbia pagato il biglietto d'ingresso. Non sono d'accordo quando suggerisce che a un importante visitatore straniero, reo d'avere preferito Pompei a Disneyland, sia rinfacciata la primitività dei suoi remotissimi primogenitori. Quest'argomento fu uno dei cavalli di battaglia della propaganda fascista. Agli «stramaledetti» inglesi veniva continuamente ricordato che gli abitanti dell'isola si tingevano la faccia di verde e si coprivano con pelli d'animali quando Roma aveva Orazio e Virgilio (con una battuta da osteria questo divario è stato riassunto nella frase «loro erano selvaggi e noi eravamo già froci»). Roba un tantino passata. Ritengo che sarebbe stato altrettanto e inutilmente scortese ricordare ai presidenti degli Stati Uniti che l'America non esisteva, come soggetto storico e politico, mentre su gran parte delle terre conosciute si estendeva il dominio dell'impero dei Cesari. Se vogliamo tradurre questi ragionamenti sulle civiltà antiche e moderne in calcoli terra terra, dobbiamo a mio avviso ben rammentare che i soggiorni italiani della Merkel rappresentano una testimonianza in favore del nostro turismo.

Gli albergatori consigliano, credo, di non insistere troppo - con i tanti ammiratori tedeschi delle nostre bellezze - sulla rozzezza dei loro progenitori. Personalmente riterrei inopportuna una sovrattassa Merkel imposta ai turisti tedeschi per le colpe politiche della signora.

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