Lo strano incontro dell’Uss Triton, il sottomarino segreto scoperto per caso

Fu uno strano incontro quello dell’Uss Triton, sottomarino nucleare americano in missione segreta che venne scoperto dal più inatteso osservatore mentre era in viaggio per circumnavigare il mondo in immersione e dare una prova di potenza a Mosca

Lo strano incontro dell’Uss Triton, il sottomarino segreto scoperto per caso

Durante la missione segreta del sottomarino Uss Triton, unità nucleare della Marina degli Stati Uniti inviata a circumnavigare il mondo senza riemergere mai, l'unico individuo “non autorizzato” a vedere e conoscere la posizione del sottomarino nei suoi sessanta giorni di missione è stato un pescatore filippino, Rufino Bering, che a bordo della sua canoa s'imbatté in uno strano oggetto che affiorava dall’acqua. Qualcosa che molto probabilmente non aveva mai visto, e con ottime probabilità, non avrebbe mai più veduto in futuro: un periscopio. Era il 1 aprile del 1960. The fool's day, come lo chiamano in America.

Il singolare incontro tra la piccola canoa e il sottomarino nucleare è rimasto negli annali quale evento storico tanto divertente quanto affascinante, per via della riflessione a cui ha condotto: due uomini si incontrano in mare agli “antipodi” del concetto di navigazione; da un lato l’innocuo pescatore, a bordo dell'imbarcazione primitiva più antica del mondo; dall'altro, l’ufficiale a cui è stato affidato il comando del più sofisticato e segreto vascello sottomarino della sua epoca, asset letale, oscuro rappresentante della proiezione di una potenza nucleare in missione segreta attorno al globo.

Sarà lo stesso comandante del vascello sommerso, il capitano Edward L. Beach, a scrivere nel diario di bordo: "11:46: mentre estendevo il periscopio, ho guardato dritto negli occhi un giovane su una piccola piroga vicino a noi". Scriverà poi "Una situazione ridicola: da un lato un asiatico impassibile, che guarda con curiosa concentrazione un oggetto insolito nell'acqua; dall'altro un ufficiale della Marina americana, dotato di tutti i dispositivi tecnici che il denaro e la scienza possono ottenere, guardando indietro con lo stesso studio la concentrazione. Da un'estremità del periscopio, una canoa con stabilizzatori alimentata dalle braccia muscolose del suo costruttore; dall'altra estremità, un sottomarino da 100.000.000 dollari, il più nuovo, il più grande e potente del mondo, in un viaggio che farà la storia. Che abisso, che secoli di sviluppo scientifico si frappongono tra me e lui!”.

L'uomo dall'altra parte del periscopio, Rufino Bering, pescatore diciannovenne originario dell'isola di Mactan, verrà rintracciato solo anni dopo. Credeva di aver visto, appena sotto il pelo dell'acqua, la sagoma scura di un gigantesco mostro marino, dirà anni dopo a un reporter del National Geographic. Ma cosa stava facendo l'Uss Triton al largo delle isole Filippine? In cosa consisteva di preciso il Progetto Magellano e la missione segreta i cui dettagli erano stati appresi dallo stesso comandante E.L. Beach solo una volta a bordo del sottomarino?

“Progetto Magellano” contro “Sputnik Shock”

Per non destare sospetti nell'equipaggio, forte di 183 uomini tra ufficiali e marinai, accompagnati stranamente da una equipe che contava due fotografi, uno psicologo, oceanografi, esperti di idrografia e geofisici che avrebbero dovuto condurre una serie di esami scientifici durante il viaggio attorno al globo, il comandante della nave dovette inventare inizialmente una storia di copertura, attribuendo la colpa di una viaggio prolungato agli alti papaveri della Marina: "Un programma serrato di prove in mare" che prevedeva lo spostamento dell'unità per "test speciali obbligatori".

La realtà ovviamente era un'altra. Fin dagli anni '50 la capacità di mantenere in immersione per lungo tempo e su lunghe rotte i sottomarini nucleari che stavano diventando il principale asset strategico della Guerra fredda era uno dei crucci del Pentagono, che intendeva testare le capacità delle sue unità e mostrare al mondo le loro capacità per segnare un traguardo nella corsa agli armamenti e contribuire alla strategia di deterrenza. I primi piani per queste missioni subacquee di lungo periodo presero il nome di “Progetto Magellano”, e la missione del Uss Triton, codificata come Operazione Sandblast, doveva essere una risposta nel dominio marittimo alla supremazia conseguita dall'avversario sovietico nello spazio. La società americana era stata colta dal cosiddetto "Sputnik shock", dopo aver assistito con i propri occhi al successo del lancio dello Sputnik, il primo satellite dell'Unione Sovietica che nel 1957 iniziò ad orbitare intorno alla Terra.

L'equipaggio del Triton scoprì la natura e l'importanza della sua vera missione solo il 24 febbraio, dopo 9 giorni di navigazione sommersa, mentre il sottomarino era nel bel mezzo dell'Atlantico, al largo dell'arcipelago di San Pietro e San Paolo. "Ora posso finalmente dirvi che abbiamo intrapreso il viaggio che tutti i sommergibilisti hanno sognato.", annunciò il comandante all'interfono in un tono appassionato, avvertendo che "non avrebbero più visto la luce del sole per i prossimi due mesi" e "avrebbero dovuto riportare indietro i loro orologi di un'ora per 23 volte" data la loro rotta che, seguendo le orme del circumnavigatore portoghese Ferdinando Magellano, li avrebbe portati ad attraversare quattro volte l'Equatore e tutti i paralleli e meridiani del globo.

Così il sottomarino, ad eccezione di un breve contrattempo che non compromise tuttavia la missione e il record - il trasbordo di un operatore radio colpito da calcoli renali attraverso un particolare stratagemma che non prevedeva l'emersione dello scafo - il 25 di aprile ritrovò lo Scoglio di San Pietro e di San Paolo dopo 49.500 chilometri di navigazione. Sul diario di bordo venne annotato: "Ore 15:00: la prima circumnavigazione sommersa della Terra è stata completata”. E con essa era stata completata anche la missione. Nel pieno della Guerra Fredda, un sottomarino nucleare americano aveva circumnavigato in immersione il mondo in 60 giorni e 21 ore.

Il sottomarino Uss Triton

Lungo 136 metri e largo 11, il Triton, che doveva il suo nome dio greco dei mari, apparteneva alla prima generazione di sottomarini nucleari (Ssrn) dell'Us Navy insieme ai sottomarini Nautilus, Seawolf, Halibut e Skate. Alimentato da due reattori Sg4 poteva raggiungere una velocità di 27 nodi (50 chilometri orari). Venne varato nell'agosto del 1958 e affidato al comando il capitano Edward L. Beach nel 1959. Anno in cui divenne operativo. Al motto di "nulli secundus" operando dal 1961 al 1969 come sottomarino nucleare d'attacco (Ssn).

20mila leghe sotto i mari nella Guerra fredda

Quello che il New York Times raccontò “un trionfo dell’abilità umana e delle competenze ingegneristiche, un'impresa che la Marina degli Stati Uniti può classificare come una delle sue brillanti vittorie nell'ultima conquista dell'uomo dei mari” fu solo un capitolo della dimostrazione di potenza marittima che l'amministrazione Eisenhower intendeva dare al mondo nella stremante corsa agli armamenti tra superpotenze che per tutti gli anni '50 aveva visto gli Stati Uniti secondi nella "corsa allo spazio" e alla connessa capacità missilistica.

Appena due anni prima il sottomarino Uss Nautilus - evocativo nome che rimandava proprio al celebre romanzo d'avventura vergato da Jules Verne - aveva attraversato il Polo Nord passando sotto la banchisa, dimostrando come gli Stati Uniti potessero "piazzare armi nucleari nel cortile dell'Unione Sovietica". Lo stesso messaggio neanche troppo velato venne inviato dal Triton, che attraverso la sua missione da "record" doveva mostrare al mondo come un sottomarino nucleare statunitense potesse affiorare in qualsiasi parte del globo dopo aver operato in totale autosufficienza nelle profondità marine per lungo tempo, passando completamente inosservato - previo incontri "inaspettati".

Il successo che il presidente Eisenhower voleva esibire al vertice di Parigi per colpire all'avversario, il segretario Krusciov, non fu comunque "totalizzante" dal momento che il 1 maggio del 1960, il pilota americano Francis Gary Powers, che operava su un aereo spia U-2 della Cia venne abbattuto durante una missione di spionaggio nei cieli dell'Unione Sovietica.

Considerando il volo come un atto aggressivo - l'aereo venne abbattuto con missili Sam S75 - Krusciov cancellò il vertice di Parigi, provando l'operazione Sandblast e l'odissea del Uss Triton del peso politico che aveva immaginato. Due scherzi del destino in una singola, straordinaria, vicenda.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica