Gli strani concorsi dell’At Lazio dove tutti conoscono i vincitori

Ricordate gli strani concorsi dell’AT Lazio, l’agenzia che si occupa della promozione turistica regionale? Si trattava di bandi per 12 posti con criteri di selezione ai limiti dell’assurdo: tre colloqui valevano 60 punti, mentre i titoli di studio e il curriculum professionale anche 0,3 punti ciascuno. Uno sproposito di discrezionalità consegnato nelle mani della commissione giudicante. Sullo sfondo il sottile sospetto che si trattasse di favori, per giunta a tempo indeterminato, da distribuire negli immediati dintorni delle elezioni. Accuse dure? Forse non del tutto, considerati gli ultimi sviluppi della vicenda.
Nel bando si legge che i candidati saranno valutati solo tramite prove orali e non scritte, a meno che il numero di domande sia superiore a 20 per ciascuna posizione. Ebbene, vista la congiuntura economica particolarmente infelice, gli aspiranti si sono moltiplicati a dismisura, oltre ogni previsione, fino a diventare più di 1.300. Un dato che, secondo fonti interne, avrebbe spiazzato e non poco la direzione generale. Per questo motivo la prova di selezione sarebbe stata rimandata per due volte, ufficialmente per «motivi tecnico-organizzativi». Al momento è fissata per il 15 aprile e questa rimane l’unica certezza, perché il resto è solo un’accozzaglia di dubbi e sospetti. Basta innanzitutto scorrere l’elenco degli ammessi per notare la prima curiosa stranezza: un cognome ricorre quasi dieci volte ed è uguale uguale a quello di un’alta carica regionale che con le materie di competenza dell’AT Lazio ha grossi punti di contatto. Non sarebbe un caso di omonimia e tantomeno una coincidenza, ma una questione di parentela bella e buona: è il più presente, punto e basta, più del comunissimo Rossi e del frequentissimo Bianchi. Di più: un candidato in particolare, ancora con quel cognome, risulta sia nella lista degli ammessi che in quella dei non ammessi, come si può capire dall’identica data di nascita riportata nei due documenti. Segno sì che abbia fatto domanda per più di una posizione, ma anche del forte presidio del territorio della stessa - chiamiamola così - stirpe.
C’è di peggio: la voce incontrollabile che nei corridoi dell’ente viene reputata fondata è che, come minimo, due concorsi avrebbero dei vincitori in pectore. Sarebbero due figure che già lavorano in Regione, ma che con il rimpasto dopo le regionali potrebbero non essere confermate. Anzi, probabilmente non lo saranno perché la loro è una nomina politica e dunque il loro diretto superiore gli avrebbe garantito questa prelibata alternativa. Ma sono voci, che per fortuna l’esito del concorso potrà mettere a tacere, a maggior ragione vista l’enorme concorrenza che si è creata intorno a questi presunti predestinati. Gli altri candidati sono pure furenti, perché oltre ai sospetti ci sono i dubbi. Nessuno ha ben capito quale sarà il contenuto della prova scritta che aprirà le porte ai colloqui orali a maglia larga. Nel testo del bando c’è scritto così: «Il test preselettivo sarà articolato in quesiti a risposta multipla, riguardanti l’accertamento della conoscenza delle materie previste dal bando di concorso per l’espletamento delle prove di selezione, e/o del possesso delle capacità attitudinali e di orientamento alla soluzione dei problemi». Nulla di più vago. Chi si è informato ha ricevuto risposte confuse, rimandi a non meglio precisate sezioni del sito internet, varie ed eventuali.

Solo due cose sono chiare: le materie nel bando al momento non ci sono e, a quanto sembra, le domande saranno uguali per tutte le posizioni, dal graphic designer al responsabile dell’ufficio stampa, dal responsabile dell’area amministrativa a quello dell’ufficio di direzione generale. Un bel minestrone insomma, un grosso pasticcio, l’ennesimo sotto la zona franca delle insegne regionali.

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