Una struggente Emily che racconta i Brönte

Emily è la storia della penultima delle sorelline Brönte, tutte morte prematuramente, e - tranne le prime due mai diventate adulte - scrittrici apprezzate

Una struggente Emily che racconta i Brönte
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L'incrocio cinematografico tra vita e letteratura spesso è avvolto dalla nebbia. Non si riesce a vedere che cosa ci sia al di là del film con il rischio di imbattersi in una prova narcisistica di bella grafia registica. E invece... Emily è la storia della penultima delle sorelline Brönte, tutte morte prematuramente, e - tranne le prime due mai diventate adulte - scrittrici apprezzate. Una sorte che ha messo in croce l'unico fratello, Branwell, forse non indimenticabile pittore e nemmeno eccelso poeta, ma neppure meritevole dell'oblio cui è stato condannato.

A tutti ha reso ragione Frances O'Connor, alla sua prima prova di regia, convincente per numerosi motivi. In primo luogo aver saputo «dipingere» - lei sì - un affresco familiare corale, anche se la visuale prospettica è quella dell'autrice di Cime tempestose. Il merito è essere riuscita a sottrarre il film alla monografia individuale lasciando che in primo piano ci fosse l'intera famiglia. Secondo pregio - strettamente connesso al primo - è aver dato rilievo alla sorella Charlotte, l'autrice di Jane Eyre, al fratello viziato e vizioso, al padre reverendo e perfino al di lui aiuto come pastore, l'unico forse non realmente vissuto. Soltanto Anne resta defilata, sullo sfondo di una vicenda che, pur nella sua coralità, si concentra sui vari personaggi.

Meticolosa la documentazione dell'esordiente regista e suggestiva la fotografia in qualche caso gotica, giocata su un abile equilibrio di chiaroscuri che si bilanciano fra gli estremi della seduta spiritica con l'anima della madre scomparsa e i quadri ottocenteschi della campagna inglese sotto la pioggia o i giochi dietro i lenzuoli stesi ad asciugare.

L'amore, dice Dante, è quel che muove il sole e le altre stelle, dove il primo è la scrittrice che si lasciò morire dopo la fine di Branwell e le seconde sono le relazioni affettive che spingono Emily verso il fratello, abbozzo del futuro Heathcliff del romanzo, sul quale s'allunga l'ombra dell'incesto. Un film al femminile che inquadra il maschilismo letterario dell'epoca ma vale le due ore e un quarto di durata.

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