nostro inviato a Bruxelles
Comiche. Anzi, rubbish: immondizia. «E io me ne intendo, visto che quella roba l'ho eliminata a Napoli. Qui farò lo stesso!». Evita di cadere nel tranello delle domande sull'inchiesta barese Silvio Berlusconi e si trincera dietro unimpeccabile veste istituzional-europea. «Sono a Bruxelles, parlo di problemi internazionali, non di robaccia come ho detto a un cronista della Cnn». Ci prova il disperato collaboratore dell'Unità, che cerca un titolo e forse meno precarietà, a rilanciare il sasso nello stagno. Ma il premier non cede di un millimetro: «La mia disistima è totale nei confronti del suo giornale e quindi non rispondo, stiamo parlando, come ho già detto, di rubbish and trash (spazzatura; ndr). Non rispondo - insiste - alle domande che riguardano presunti scandali; forse ne parlerò a Milano o a Roma».
Senza rabbia nei toni - anzi piuttosto divertito dalla solita insistenza a tornare su argomenti pruriginosi - il presidente del Consiglio torna a questo punto a smontare la tesi del «complotto» in cui si era ritrovato coinvolto al momento di svegliarsi, nell'albergo del centro brussellese, dopo aver dato un'occhiata alla rassegna stampa. Parecchi quotidiani del mattino strillavano di un Berlusconi deciso alla guerra costi quel che costi, sospettosissimo di spiate ai suoi danni, anzi quasi certo di essere nel mirino di qualche servizio segreto straniero, magari pronto a essere impallinato.
La cosa non gli dev'esser proprio piaciuta se ha chiesto a Paolo Bonaiuti di diramare al più presto un comunicato in cui si definisce «scandalosa» l'abitudine di certi giornali di «attribuire al presidente del Consiglio frasi che in realtà non sono mai state pronunciate». Bonaiuti elencava un «risponderò colpo su colpo», un «il mio avvocato è uscito pazzo», un «se vogliono la guerra l'avranno» e ancora un «è in atto un oscuro complotto». «Tutte frasi inventate di sana pianta!», protestava il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Concetto che, quasi negli stessi attimi, si ritrovava in uno spezzone immortalato intanto dalle telecamere di Sky che - salite ai piani alti del Justus Lipsius per inquadrare il salone del summit prima del suo inizio - scoprivano a microfoni aperti un Berlusconi al cellulare con Ghedini al quale assicurava: «Qui ci sono cose che non ho mai detto! Mai parlato di complotto oscuro, mai detto di avere il timore d'esser spiato e mai detto che il mio avvocato è uscito pazzo. Ma dai Niccolò - aggiungeva ancora il premier -, ma ti sembra che possa aver detto cose del genere?! Questi sono dei disgraziati! E a questo punto mi offendo io. Ora chiamo Bonaiuti e gli faccio fare un comunicato».
Sembrava dover giungere furente, Berlusconi, nella consueta conferenza stampa di fine vertice, visto l'accaduto. E invece era con impeccabile aplomb che faceva ingresso nella saletta messa a disposizione del governo italiano dove l'aspettava la torcida degli inviati e dei corrispondenti. «Grande vertice - esordiva con sorriso a 36 carati - da cui, oltre alla conferma nell'incarico di Barroso, usciamo con due messaggi fondamentali. Bisogna aver più fiducia perché la crisi a oggi è soprattutto figlia di emotività, e comunque sia nessuno sarà lasciato solo visto che sono pronti interventi dei Fondi sociali europei per frenare la disoccupazione che, per fortuna, da noi è solo al 7,5% mentre in altri Paesi tocca e supera il 9%».
Si soffermava poi, Berlusconi, sui risultati «concreti» ottenuti in tema di immigrazione clandestina, dove tutta l'Europa è ora chiamata all'intervento (con Barroso che deve presentare un piano concreto anche sui rimpatri forzati entro il prossimo summit) dopo che a subirne i danni sono stati solo i Paesi sul fronte mediterraneo, e ancora ricordava come a ipotizzare il ruolo di guida per Barroso - ieri confermato nell'incarico all'unanimità dai capi di Stato e di governo (ma nell'Europarlamento protestano socialisti e verdi) - fu cinque anni orsono proprio il suo governo in accordo con Blair, dopo che pareva dover giungere a meta il belga Guy Verhofstadt.
Parla, il Cavaliere, della necessità di un nuovo intervento Ue nella crisi tra Russia e Ucraina, annuncia che il nuovo sforzo in uomini e mezzi in Afghanistan prelude (in accordo con Obama) all'avvio di una exit-strategy, si sofferma sui programmi messi a punto per il G8 dell'Aquila e annuncia che, almeno per lui, Tony Blair sarebbe uno splendido primo presidente dell'Unione Europea quando gli irlandesi - che si spera non mettano nuovamente i bastoni tra le ruote, viste le ampie assicurazioni di autonomia ricevute - potranno tornare alle urne e votare il referendum sul trattato di Lisbona come ha ammesso ieri il loro leader Cowen.
Ma quando gli chiedono di Bari, Napoli e festini sterza con decisione. Comiche. Spazzatura. Come lo è la tesi dei complotti che qualcuno va cavalcando di questi tempi. «Fantapolitica» tenta di tagliar corto. Ma poi s'infervora nei confronti di chi di questi tempi si diverte a tirar fuori improbabili esecutivi a guida Tremonti o Draghi: «Col ministro dell'Economia non ho mai lavorato così bene come in questo ultimo anno e mezzo. Ci legano amicizia, stima e fiducia. Ma anche con Mario Draghi lavoro benissimo, un uomo di cui apprezzo capacità e correttezza».
Insomma non c'è nulla ma proprio nulla da chiarire. Quel che si tenta di spacciare per verità è solo spazzatura.
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