Eccoci qui, sulla ciclabile nuova nuova, in terra rossa, ecologica e protetta. Permette di attraversare corso Sempione in bicicletta, non proprio dall'inizio (comincia all'incrocio con via Canova) e non fino a piazza Firenze (ci si ferma all'ultimo semaforo). Va detto che i ciclisti metropolitani sono abituati alle ciclabili interrotte, le considerano uno stratagemma urbanistico contro la disattenzione.
Tuttavia, valutati entrambi i sensi di marcia, questi percorsi verranno comunque apprezzati, primo perché i due chilometri e mezzo sono «protetti», realizzati accanto ai sentieri pedonali e alle aiuole, e poi perché non ci si dimentica di quando si stava peggio e, da queste parti, non si capiva mai quale sentiero percorrere.
Il progetto è stato laborioso, presentato alla città nel 2018 con gara affidata nell'ottobre del 2020. Ma ci fu un intoppo e, dopo qualche mese, il Comune fu costretto a revocare l'aggiudicazione all'impresa vincitrice perché i cantieri non iniziarono in tempo. Nel gennaio 2021 l'incarico fu dato alla seconda società in graduatoria che avrebbe dovuto iniziare a marzo. Ma qualcosa andò storto. Ci fu una nuova gara, l'aumento dei prezzi e fino all'aprile 2023 non vi fu traccia della riqualificazione. «Sulla carta ce l'avevano presentato come un progetto stratosferico - ha ricordato il titolare del Bar del Corso - Doveva somigliare agli Champs-Élysées, ma guardiamolo ora, si può davvero paragonare al viale parigino?». In, effetti, tutta la zona verde che accompagna i sentieri non riflette le cure ricevute (anzi, sembra che non le riceva proprio. Per fortuna ci sono le piante secolari belle di loro). C'è poi la grossa occasione sprecata. Su questo concordano anche gli avventori del caffè: la carreggiata centrale è stata ridotta - agli automobilisti in coda non si pensa mai - e quando una delle auto parcheggiate lungo le strisce blu (non esistono più posti liberi) è costretta a far manovra, paralizza il traffico. E chissà che anche questo non sia un accorgimento voluto, non è un mistero che la nostra amministrazione, nella foga di far pedalare tutti, abbia dimenticato che in città vivono anche anziani e fragili.
La carreggiata centrale si sarebbe potuta lasciare ampia come prima riservando a pedoni e biciclette le corsie laterali. «Questo sì che sarebbe stato un bel progetto - sono chiacchiere da bar, ma come non condividerle? - Marciapiedi ampi per i pedoni, accanto il verde e il sentiero ciclabile, le piante allo stesso posto e, al centro, le corsie per le automobili. Gli Champs-Élysées sono così...». Già.
Ma per un bel po' di anni ancora questo progetto resterà nei sogni. La riqualificazione è stata curata da MM, dalla progettazione alla direzione lavori, realizzata con fondi nazionali ed europei dei programmi di mobilità sostenibile ed è stata voluta da Palazzo Marino.
«È un intervento che ben rappresenta l'idea che abbiamo di una città più bella e più sicura - ha detto Arianna Censi, assessore alla Mobilità - Abbiamo dato spazio a chi la vive in auto, a piedi, in bici o con i mezzi. Questo spazio si è trasformato da non-luogo, con sosta irregolare, a una striscia verde che segue tutto il corso con spazi per tutti i residenti del quartiere».
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