Il «superclasico» zittisce Mourinho

Più che un Clasico, è un Superclasico. Mai come quest'anno Real Madrid-Barcellona è la partita. Con la "P" maiuscola. Non è, infatti, la solita battaglia a metà fra tradizione e politica. Governo centrale contro autonomisti catalani, destra contro sinistra. Stavolta c'è di più. Al Santiago Bernabeu stasera (ore 21.30) si sfidano le due migliori squadre del momento. Con in campo i migliori interpreti e in panchina i migliori strateghi del mondo. Galattici contro invincibili, roba da film di Hollywood.
Il cast è da Oscar. Ci sono le stelle delle ultime edizioni del Pallone d'Oro e i possibili vincitori del prossimo: Messi e Xavi da una parte, Cristiano Ronaldo dall'altra. Con gli altri, da Iniesta a Casillas, convitati di lusso sul terreno di gioco.
Con attori del genere, non è un caso che tutti gli operatori di scommesse diano blaugrana e merengues favoriti per la conquista della Champions League. E che dire poi della regia? In un angolo José Mourinho. Lo Special One, il Vate di Setubal. Uno che di sicuro non è un pirla. Nell'altro Pep Guardiola. Il Filosofo, come l'ha ribattezzato Ibra. Uno che a 40 anni ha già vinto tutto. Anche da allenatore.
Sino all'anno passato l'egemonia era blaugrana. E i giornali di Barcellona hanno sottolineato come Mourinho in Spagna abbia battuto Pep una sola volta su sette tentativi. Per giunta in coppa del Re e ai supplementari. Ma il complesso d'inferiorità sembra non abitare più a Madrid. Il Real è primo, con tre punti di vantaggio e una gara in meno. Vincere vorrebbe dire mettere le mani sulla Liga.
Intanto il portoghese ha portato avanti, come d'abitudine, il suo teatrino in settimana. Con le polemiche sui cartellini a comando e la sorpresa finale: niente conferenza stampa ieri, al suo posto il vice-Karanka. A Barcellona insinuano non abbia voluto incontrare i media per non dare spiegazioni sul caso Pedro Mendes. L'unico ragazzo dell'affiliata Castilla a esordire in Champions con l'Ajax per accontentare l'amico-agente Jorge Mendes. Un evidente caso di favoritismo maldigerito nella cantera dei blancos.
Guardiola invece si porta dietro dubbi di natura tattica. Meglio il 4-3-3 o il 3-4-3? Mascherano ancora difensore? L'argentino preferirebbe di no. Vuole tornare a fare il mediano e forse è disposto ad accettare la corte del Milan pur di giocare a metà campo. Ma se si parla di mercato, anche a Madrid hanno le loro gatte da pelare.

Tra Mourinho e la stellina Ozil sarebbe gelo totale. Così il fantasista tedesco potrebbe finire sulla lista di partenza, per la gioia di presidenti di mezza Europa. Moratti in testa, che intanto per la difesa ha chiuso per il brasiliano Juan dell'Internacional.

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