Elisabetta Pisa
da Lugano
La Svizzera compie un altro passo verso lEuropa. Dopo aver detto sì, lo scorso giugno, agli accordi di Schengen e Dublino, ieri con il 56% dei voti favorevoli è stata approvata lestensione della libera circolazione delle persone ai 10 Paesi entrati nellUe nel 2004. In altre parole, per i cittadini di Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria e Cipro sarà più facile lavorare e trasferirsi nella Confederazione. Allo stesso modo agli svizzeri si apriranno i mercati in forte crescita dei Paesi dellEst.
Un risultato, quello uscito dalle urne, che è andato al di là di ogni previsione. I sondaggi indicavano che lesito della consultazione sarebbe stato più che mai incerto. Invece a sorpresa gli svizzeri hanno detto chiaramente sì allEuropa. I Cantoni della Svizzera francese e tedesca hanno espresso il maggior numero di voti favorevoli, in particolare Vaud e Neuchâtel con il 65% dei sì. Per contro il fronte dei no si è concentrato nella Svizzera centrale, ma soprattutto in Ticino. Con il 64% dei voti contrari la percentuale più alta - la Svizzera italiana ha mostrato tutte le sue paure: nel Cantone è forte il timore di uninvasione di lavoratori dei Paesi dellEst. Manodopera a basso costo che metterebbe a rischio i posti di lavoro dei ticinesi, i quali devono fare già i conti con la Lombardia, una delle locomotive dEuropa.
Una posizione, comunque, in controtendenza rispetto al resto della Svizzera che spera invece nellapertura allUe per ridare impulso alleconomia. Su questo aspetto hanno fatto leva il governo federale e il mondo economico in unagguerrita campagna elettorale, costata ben 40 milioni di franchi. Del resto la posta in gioco è alta: leconomia elvetica da più di dieci anni cresce ai ritmi più bassi dell'Europa occidentale. E i mercati dellEst, che rappresentano nuovi sbocchi per la Svizzera, potrebbero rimettere in moto gli ingranaggi della congiuntura. Un no avrebbe significato oltretutto rimettere in discussione i rapporti con lUe, il principale partner economico della Confederazione.
Ma la manovra di avvicinamento allEuropa ha spaccato lUdc, lUnione democratica di centro, la destra nazionalista antieuropeista: lala vicina alleconomia liberale si è schierata a favore del sì, compreso il leader del partito Cristoph Blocher.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.