Milano - Due casi di pedofilia a Milano. Le vittime erano sempre giovani ragazzi trai 13 ei 18 anni, adescati per pochi euro o con piccoli regali.
Finto talent scout Si aggirava per le vie del centro di Milano e avvicinava ragazzi minorenni, fingendosi un talent scout di importanti squadre di calcio, e poi con piccoli regali, come cellulari e somme di denaro li convinceva ad avere rapporti sessuali con lui e a coinvolgere in un giro di prostituzione altri coetanei. L'uomo, F. D,, è stato condannato oggi a nove anni di reclusione dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano. Il finto talent scout calcistico era stato arrestato nel giugno scorso, perchè accusato di induzione alla prostituzione minorile e atti sessuali con minori. L’imputato, incensurato e benestante, viveva di rendita per via di alcune partecipazioni societarie e si dedicava quasi esclusivamente all’adescamento di giovani per le vie del centro cittadino, in particolare in zona Duomo. Il Tribunale oggi ha anche rigettato una richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa e ha accolto la richiesta di condanna a nove anni formulata dal pm. Nel processo non si sono costituite parti civili.
Per pochi soldi In base a quanto ricostruito dagli investigatori, il 42enne adescava le vittime in centro a Milano, cercando ragazzi di bell’aspetto, atletici, con cui si spacciava per un osservatore sportivo a caccia di talenti per le giovanili di Milan, Fiorentina ed Empoli. E per avvalorare la menzogna, forse arrivava a spacciare dei tesserini di riconoscimento che è stato intercettato provare a chiedere a qualche esponente delle società toscane. "Guarda che questo è importante, ha fatto giocare uno nelle giovanili dell’Inter", era il passaparola che circolava tra i tanti ragazzi tra i 15 e i 18 anni che ogni giorno frequentano piazza San Babila e Duomo che non esitavano a vendersi per 50 euro o una cena al ristorante. Nei quattro mesi di osservazione, la polizia lo ha visto portare nelle sue abitazioni una ventina di ragazzini. Non li violentava, perché bastava dar loro 50 euro o fare qualche regalo, che partecipavano volontariamente a rapporti anche estremi. Quel che però ha sconcertato gli investigatori, è la facilità con cui i ragazzini si trasformavano in procacciatori di altri coetanei. Quando sono stati sentiti come testimoni, dopo l’arresto del 42enne, si sono addirittura rilevati omertosi. Nessun aiuto dai loro genitori, che sono letteralmente caduti dalle nuvole. Al processo nessuna delle vittime si è costituita parte civile. Il collegio presieduto dal giudice Anna Maria Gatto ha accolto le conclusioni del pubblico ministero Giancarla Serafini, infliggendo all’imputato 9 anni di carcere come richiesto.
Sesso anzichè ripetizioni Sempre a Milano il pm Cristiana Roveda ha chiesto il rinvio a giudizio per l’assistente sociale di 30 anni, arrestata nel luglio scorso, perchè accusata di aver intrattenuto rapporti sessuali con un ragazzino di 13 anni, che doveva seguire negli studi. La donna verrà giudicata con rito abbreviato il prossimo 2 marzo, davanti al gup di Milano Franco Cantù Rajnoldi. L’educatrice, che lavorava per una cooperativa che svolge assistenza domiciliare per minori con disagio psichico, era finita in carcere lo scorso 21 luglio, dopo essere stata sorpresa in atteggiamenti intimi col minore nella sua casa. Era stata la madre dell’adolescente, afflitto da problemi di adattamento, a insospettirsi dell’assistente sociale dopo aver trovato nel telefonino del figlio sms che inequivocabilmente lasciavano intendere una relazione tra i due. In seguito alla denuncia della madre era scattato il blitz dei carabinieri.
La donna deve rispondere di violenza sessuale su minore, poichè anche qualora il tredicenne fosse stato consenziente, la legge ritiene violenza sessuale i rapporti con adolescenti che non hanno ancora compiuto 14 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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