Stefano Zurlo
da Milano
Ci sta pensando sempre più seriamente. Alcuni amici americani gli hanno spiegato che negli Usa hanno brevettato una macchina della verità di ultima generazione, dallaltissima affidabilità. E ora Carlo Taormina accarezza lidea: «Proporrò ad Anna Maria Franzoni di sottoporsi ad un esame che, a quanto pare, è quasi infallibile».
Il giorno dopo ludienza-fiume di Torino, Taormina è nel suo studio romano. E lì coordina la controffensiva in vista delludienza di lunedì: «Sto preparando la denuncia contro i carabinieri di Aosta che hanno perso 125 foto scattate nelle ore immediatamente successive al delitto a Cogne e hanno cancellato pure loriginale del video girato il 30 gennaio 2002». Taormina vuole sapere perché è stato eliminato il vhs e che fine hanno fatto le istantanee e per questo attende con impazienza lappuntamento di lunedì quando un ufficiale del Ris di Parma cercherà di chiarire il doppio pasticcio.
Strategie. Poi cè da rivedere la linea dibattimentale con la Franzoni che laltro ieri sera ha minacciato di chiudersi in casa: «Avvocato, io qui a Torino non ci vengo più, non serve a niente». «Anna Maria, si dia una calmata», ha risposto Taormina, a sua volta deluso per la decisione della corte di puntare da subito sulla perizia psichiatrica. Ora, il momento di sconforto è superato: «Lunedì ci saremo - spiega al Giornale Stefano Lorenzi, il marito di Anna Maria - per un attimo pure io avevo pensato di abbandonare il dibattimento, ma poi mi sono fatto forza. Non possiamo andarcene ora».
E allora occorre fare i conti con quella perizia che la Franzoni non vuole assolutamente affrontare. Al suo posto ora Taormina butta lì, estrema provocazione per sparigliare i giochi, quellaltro esame, a dire il vero fuori dai canoni dellortodossia dibattimentale. Ma, si sa, in un processo che si svolge in aula, ma si combatte anche sui giornali e in tv, tutto può servire. E una suggestione in diretta tv potrebbe anche avere una certa presa sui sei giudici popolari, arbitri del destino della Franzoni. «Un fatto è certo - rimarca Taormina - noi non vogliamo una perizia psichiatrica che poi sarà una perizia psicologica, vietata dalla legge. Se proprio ci tengono, la perizia psichiatrica la faranno sulle carte: del resto una prova del genere ha senso quando limputato ammette di aver commesso il fatto per cui è indagato, ma qui la Franzoni è estranea. Dunque, sarebbe pure tempo sprecato».
Lunedì si ricomincia con linterrogatorio dellufficiale del Ris di Parma. A Torino si prevede unaffluenza record. Tanto che Nino Marotta, ex componente del Csm e oggi deputato dellUdc, lancia una proposta: «Basta con la giustizia spettacolo. Il processo sia celebrato a porte chiuse».
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