Teatro Stabile, 60 anni con i protagonisti

Carlo Repetti aveva quattro anni, Marco Sciaccaluga non era ancora nato (vedrà la luce due anni dopo): quel bellissimo 14 novembre 1951 rimane, nella storia culturale della città una delle date più significative. Perché nasceva il «Piccolo teatro della città di Genova», da cui poi maturerà lo Stabile, il Duse e via via fino alla Corte.
Ma che città era Genova in quel 1951? C’era un sindaco gentiluomo che si chiamava Vittorio Pertusio, con la sua celebre bombetta, veniva a Tursi, in tram, da Albaro dove viveva fino a via Garibaldi. La città si inoltra in quegli anni Cinquanta, ricchi di fermenti culturali, scontri ideologici, anni di «guerra fredda». Gli studenti, che credevano ancora nella «goliardia», amavano fare la «claque» all’Augustus, il tempio della rivista che batteva i suoi ultimi spasimi: erano gli anni di Rascel, di Dapporto, di Walter Chiari, e delle soubrette guidate dalla Wandissima. Si andava molto al cinema: Genova era caratterizzata dalla «strada del cinema», che era via Venti Settembre. Chi dimentica i sette cinema uno più invitante e accogliente dell’altro? Dal «Pittaluga», all’«Augustus, all’«Odeon», all’«Orfeo», all’«Universale», al «Lux», all’«Olimpia».

La televisione si stava affacciando nelle case dei genovesi: dominava «Non è mai troppo tardi», il professor Cutolo era un idolo del piccolo schermo, e ancora Padre Mariano, Mike Bongiorno, i primi «sceneggiati» con Alberto Lupo e il regista (...)

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