Torna prepotentemente Rico Rodriguez, sempre protagonista di questa terza puntata di “Just Cause”. Di nuovo impegnato a liberare l’arcipelago di Medici dalla prepotenza del dittatore locale Di Ravello. Abbiamo così esaurito il racconto della storia principale che è poi lo scopo del gioco; ma per fortuna la cosa non finisce qui.
Questo è sempre il gioco d’azione in terza persona che aveva entusiasmato alla sua prima uscita, dieci anni fa. E’ uno sparatutto che si avvale della struttura open world, che permette al personaggio principale di spostarsi ed agire con una serie invidiabile di veicoli di terra, aria e mare, sempre ed esclusivamente rubati o ottenuti per vie traverse. La trama principale è supportata da una serie di attività secondarie che portano tutte ad un unico scopo: liberare le varie province di Medici dal giogo del dittatore. E per liberare una provincia il metodo migliore (ed unico) è uno solo: Distruggere Tutto. Distruggere qualsiasi cosa possa fare capo a Di Ravello, eliminando contemporaneamente i suoi sodali e le truppe a lui fedeli.
Già così il piacere fanciullesco di distruzione viene abbondantemente appagato. In questo aiuta un’intelligenza artificiale pericolosamente livellata verso il basso, che fornisce vittime sacrificali in quantità industriale. Il nostro eroe potrà anche migliorare le proprie capacità collezionando Mod (potenziamenti) che si possono guadagnare con attività secondarie legate alla conquista delle province. Si tratta di una serie abbastanza articolata di sfide grazie alle quali si accumulano punti da spendere in migliorie; e se si ha qualche dubbio nel corso dell’azione, non si sbaglia mai distruggendo e ammazzando chi si para di fronte.
Il personaggio di Rico Rodriguez è caratterizzato molto bene, con una texture curatissima e l’abilità di utilizzare una gamma infinita di veicoli e tute particolari. Spettacolare il lanciarsi da velivoli sfruttando una tuta alare che permette di piombare su avversari ignari da eliminare velocemente.
Il mondo circostante e la presenza “umana”, invece, sono spesso solo accennati, di scarso spessore tecnico e guidati da un AI carente. Dialoghi e interazioni, ridotti al minimo, paiono usciti da una mentre trash, ma, proprio per questo, appaiono spassosi e coinvolgenti.
Just Cause 3 si mantiene fedele alla tradizione dei due precedenti episodi, aumentando la propensione “spaccatutto” del protagonista.
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