Il 20 maggio Instagram ha comunicato che avrebbe ridisegnato la propria homepage con video e immagini a tutto schermo, in stile TikTok.
La versione di prova, rilasciata per tastare il polso degli utenti, è stata criticata su più fronti tra utenti insoddisfatti e influencer persino inviperiti, tant’è che le sorelle Kylie Jenner e Kim Kardashian (insieme hanno oltre 650 milioni di follower) hanno lanciato la campagna “Make Instagram, Instagram again”, ovvero “rendete Instagram nuovamente Instagram”.
Le similitudini grafiche con TikTok hanno contribuito, nella mente degli utenti, a rendere meno peculiare il social network.
Un testa a testa durato diverse settimane tant’è che, il 27 luglio appena trascorso, il Ceo di Instagram, Adam Mosseri, ha preso parola per difendere la decisione di Instagram, specificando che il futuro è sempre più legato ai video.
Il passo indietro
Poche ore dopo il suo accorato appello, il Ceo Mosseri ha cambiato idea, dicendosi contento di avere corso un grosso rischio e di essere incappati in un fallimento. Il suo pensiero ha senso ed è persino onesto: Mosseri ha dichiarato che il fallimento è una doppia sirena d’allarme, soltanto chi non ha coraggio e non pensa in grande ne è esonerato. Ma, a seguire, ha anche ammesso che la partita non è chiusa e che Instagram, dopo una pausa di riflessione, tornerà a lavorare alle modifiche che ritiene imprescindibili per la propria crescita.
Instagram fa parte del gruppo Meta, lo stesso a cui fa capo Facebook che è di fatto una piattaforma in continua evoluzione.
TikTok sta rivoluzionando l’anima stessa dei social, riducendo lo spazio per le interazioni tra “amici” e assomigliando sempre di più a un media televisivo. Nella democrazia della rete hanno fatto bene gli utenti, anche quelli meno famosi, a fare valere la propria voce ma questo non basterà a fermare del tutto la metamorfosi di Instagram (e di qualsiasi altra applicazione).
L’occhio vuole la sua parte
Gli utenti si soffermano alla superficie. Di ciò che non si vede, di come le reti sociali agiscono dietro le quinte non interessa niente e potrebbe anche essere giusto così.
Ciò che interessa a Instagram però non è la homepage – per quanto i video a tutto schermo non permettono distrazioni agli utenti che non trovano link o bottoni per abbandonare la navigazione – ma l’algoritmo di raccomandazione. E quello di TikTok funziona molto bene: consiglia agli utenti cosa guardare ricostruendone preferenze e gusti con una dovizia rispetto alla concorrenza. Ed è a questo che Instagram mira più di ogni altra cosa, ed è un obiettivo che intende raggiungere anche scendendo a patti con i propri utenti che si fermano alla forma dei contenuti e non danno peso ai meccanismi che tendono a farli rimanere connessi il più a lungo possibile.
L’anima social viene sempre meno, e guardare al design come fattore discriminante che induce la scelta di una o dell’altra piattaforma, significa non avere capito né i social media né il modo in cui li si usa.
Alla fine ha ragione Instagram: ascolta gli utenti che rivogliono le foto e il dialogo
con gli amici, li accontenta per – almeno per il momento – ma lavora alacremente per fare contenti anche gli inserzionisti i quali, con algoritmi più precisi, sapranno come indirizzare meglio il loro appeal pubblicitario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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