Tellaro, da tre mesi fuori dal mondo: un Capodanno isolati dalla frana

Il piccolo borgo in provincia della Spezia il 22 dicembre è rimasto isolato a causa di una frana. Unici collegamenti con la città: un sentiero tra i boschi e il mare. Gallery

Tellaro, da tre mesi fuori dal mondo: 
un Capodanno isolati dalla frana

dal nostro inviato a Tellaro (La Spezia)

L’isola degli alluvionati. Se fosse un format televisivo probabilmente lo chiamerebbero così. Tellaro, una piccola frazione di Lerici, un comune spezzino affacciato sul Golfo dei Poeti, non è un’isola. Ma lo è diventata, suo malgrado e senza nessuno spostamento tettonico.

Il 22 dicembre il maltempo si abbatte sull’Italia, le piogge imperversano sul Levante ligure e due grossi pezzi di montagna, all’altezza dell’Eco del Mare, un noto e lussuoso stabilimento balneare, si staccano e scivolano giù, inondando di terra e detriti la strada che arriva da Lerici. La Liguria è un accordo provvisorio tra monti e mare, un accomodamento tanto millenario quanto precario. Tellaro con i suoi 600 abitanti, “ma d’inverno non siamo più di 300” assicura un residente, è collegato al resto del mondo solo da questi sei chilometri di strada. Alle spalle del paese solo monti, davanti il mare. “Poteva essere un tragedia, la montagna è franata alla sette e mezza del mattino. Pioveva a dirotto e a quell’ora la gente va a lavorare. E’ stato un miracolo che non stesse passando nessuna auto nel momento della frana”, ci racconta un’anziana signora. Un diluvio di terra, alberi e detriti ha diviso il borgo dal resto del mondo. Qualcuno è rimasto dentro e qualcuno fuori, la frana come un muro, fortunatamente nessuno è rimasto sotto.

I soccorsi sono stati immediati ma, come raccontano i responsabili del centro di emergenza allestito in paese, la strada sarà agibile non prima di due mesi. Forse tre. Solo due vie di fuga: il mare, quando è buono, e un sentiero ripido e tortuoso che porta a un paesino in cima al monte. Due jeep aiutano gli indigeni a risalire la collina, ma il tragitto rimane comunque faticoso, specialmente in un paese situato nella regione più anziana (la Liguria) del paese più vecchio (l’Italia). Potremmo quasi dire, per la proprietà transitiva, che quella della Spezia sia una delle province più longeve del mondo. Il calcolo non è assolutamente scientifico, ma la ciccia rimane quella. Così i tellarini, all’improvviso, sono diventati isolani e si apprestano a salutare la fine del 2010 in solitudine. Il paese è tornato comunità e tutti gli abitanti si sono organizzati: qualcuno risale il monte e va a far provviste, chi ha avuto la fortuna di lasciare la macchina al di là della frana, verso il resto del mondo per intenderci, la condivide con una forma di car sharing spontaneo.

I più preoccupati sono i gestori dei locali: ristoranti, bar e alberghi. “Per noi è un brutto colpo, questa è una delle settimane con più avventori, come a Ferragosto. Abbiamo già dovuto buttare via tutto quello che avevamo comprato per il pranzo di Natale e ora ci saltano anche le prenotazioni per Capodanno e chissà per quanto tempo rimarremo isolati e senza clienti”, ci racconta Adolfo, il gestore del Figoli, un elegante locale nell’omonima piazza. Le somme le tira un anziano abitante della zona, viso scavato dal vento pesante di sale e caustico spirito ligure: “Siamo tornati al 1930, prima che costruissero la strada che ci collega alla Spezia”. Un balzo indietro di 80 anni e Tellaro è tornato quel borgo irraggiungibile di pirati che descriveva D.H Lawrence, innamorato del Golfo dei Poeti e del piccolo paesino “abbarbicato su uno sperone di roccia”. Il paese ora è spettrale, le poche macchine che sono rimaste dentro, al di qua della frana, sono ferme: intanto prima o poi la benzina finirebbe. tanto vale andare a piedi e inerpicarsi su e giù per le piane e i caruggi.

I giornali arrivano un giorno sì e l’altro forse e i rifornimenti alimentari li portano via mare, come una volta. “Ma noi stiamo bene così – racconta un signore fuori da un circolino un po’ sberciato -, sfruttiamo questa occasione per stare insieme.

Non possiamo andare da nessuna parte e quindi ci incontriamo al bar, parliamo, riscopriamo vecchie amicizie. E per l’ultimo dell’anno ci siamo organizzati, staremo tutti insieme e festeggeremo l’arrivo del 2011 tra di noi”. Ecco fatto, il borgo dei poeti è diventato il più spontaneo dei reality show.

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