Terrorismo islamico, arrestato fisico del Cern Progettava attentati

Al Cern di Ginevra lavorava un fisico nucleare (presunto) terrorista islamico legato ad Al Qaida. «Un fisico che ha lavorato su progetti di analisi sin dal 2003» ha fatto sapere lo stesso centro di ricerca in uno stringato comunicato emesso subito dopo l’arresto del ricercatore. Un comunicato in cui si legge anche che l’uomo «non era un dipendente diretto del Cern, e conduceva i suoi esperimenti sotto contratto per un istituto di ricerca esterno. Il suo lavoro al Cern non lo ha portato in contatto con nulla che possa essere usato a finalità terroristiche». Il mondo intero si augura che le poche parole diffuse dal maggior centro di ricerca europeo (nonché uno dei più avanzati al mondo) siano veritiere; che non siano frasi di circostanza. Perché la sintesi, in uno stesso individuo, di altissime competenze in fisica nucleare e pulsioni terroristiche è terrorizzante.
L’uomo, di cui non sono state diffuse le generalità, è stato tratto in arresto l’altro ieri dalla polizia francese. L’operazione è scattata nella cittadina di Vienne, nel distretto dell’Iserem, nel sud-est della Francia. In un blitz delle forze dell’ordine il sospetto membro di Al Qaida, un cittadino francese di 32 anni, è stato portato in prigione insieme al fratello minore, di 25 anni. Sono sospettati di aver avuto contatti via internet con membri di «Al Qaida nel Maghreb islamico» (Aqmi), organizzazione fondamentalista nordafricana. Nella stessa operazione gli inquirenti hanno effettuato perquisizioni e hanno portato via due computer portatili, tre hard disk esterni e varie chiavette usb.
È il maggiore dei due fratelli l’oggetto dei sospetti e dei timori più gravi, anche se non sembrerebbe che l’uomo, al momento, sia mai passato ai fatti. Secondo fonti interne alla polizia transalpina l’arrestato aveva delle «attrazioni» verso il mondo dell’estremismo ma «non sembra aver commesso atti materiali di preparazione» di attentati. Non un agente «operativo» dunque, ma senz’altro un uomo pericoloso, se troverà conferma l’indiscrezione più preoccupante: il ricercatore nucleare avrebbe fornito, sempre via email, una lista di potenziali obiettivi di attentati terroristici all’interno del territorio francese.
La ricerca scientifica e il fondamentalismo islamico. La vicenda dei due fratelli arrestati ha messo in contatto per la prima volta due mondi finora distanti. La miscela ottenuta ha un potenziale enorme. E preoccupante. Il Cern infatti, un progetto congiunto finanziato da oltre venti Paesi, una cittadella della scienza al confine tra Francia e Svizzera, rappresenta il polo europeo più avanzato nella ricerca pura. Il sito ospita l’Lhc (Large Hadron Collider), il più grande acceleratore di particelle del mondo, lo strumento con il quale gli scienziati potranno riprodurre (almeno il progetto è questo) gli attimi immediatamente successivi al Big Bang, i momenti che hanno dato origine all’intero universo. Dall’altra parte l’Aqmi, l’organizzazione terroristica fondamentalista islamica che ha raccolto nel 2007 l’eredità del Gspc algerino (Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento).

La branca nordafricana del qaedismo, particolarmente attiva nei Paesi del Maghreb, in Mauritania e in Mali, ha rivendicato nell’agosto scorso l’attentato suicida all’ambasciata francese in Mauritania che ha causato il ferimento di tre persone.

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