Un colonnello passato alla leggenda, medaglia d'oro al valor militare sul fronte russo 1941-42, verrà ricordato domani al Terzo reggimento Bersaglieri in viale Suzzani.
Piemontese di vecchio stampo, il comandante del 3° Bersaglieri, Aminto Caretto, durante le operazioni al fronte era solito circolare con un bastone da passeggio che veniva calato con vigore sull'elmetto dei militari colpevoli di qualche corbelleria o disattenzione. Ma l'ufficiale viveva ogni giorno la prima linea in mezzo ai suoi uomini per incoraggiarli, consigliarli o provvedere al loro ricovero se colpiti, fino a trascurare sé stesso per una ferita che lo porterà alla morte. A Rassipnaja, durante una pausa nei combattimenti, Caretto fece bonificare una palude ed ebbe il plauso dei contadini russi che fin dagli anni Venti attendevano tale intervento da parte del loro governo. Nell'offensiva di Serafimovich, sul Don, il 31 luglio 1942 il colonnello venne ferito ad una gamba da una scheggia di granata. Fattosi medicare alla meglio, per 5 giorni si spostò da un battaglione all'altro appoggiandosi al noto bastone e rifiutando ogni proposta di ricovero. Ma il 5 agosto la cancrena ebbe il sopravvento e «papà» Caretto, come ormai era chiamato dai suoi, si accasciò fra i soldati. Anche quest'anno, con bersaglieri in armi, congedati e veterani di Russia schierati, il Terzo vuole rievocarne la figura con le note del «Silenzio» e una corona d'alloro al cippo dei Caduti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.