Manca a tutti. Tiger Woods manca ai tifosi, ai tornei, agli sponsor, al movimento del golf in generale. Da quel lunedì 16 giugno 2008 quando ha giocato ben 19 buche con i due legamenti crociati del ginocchio sinistro a pezzi ma ha vinto l'US Open, il suo quattordicesimo titolo Major, il golf mondiale è orfano di carisma e passione. In effetti non c'è nessun altro giocatore in grado di eguagliarne le gesta e le imprese ma, soprattutto, di attirare il pubblico e incrementare l'interesse nei tornei.
Con la sua assenza gli share sono calati, così come il pubblico. Ora, ha comunicato dal suo sito, ritorna. Quando esattamente ancora non è dato sapere. Con la riservatezza che l'ha sempre contraddistinto, Tiger ha comunicato di aver lavorato molto con il suo maestro Hank Haney e che il ginocchio ha risposto bene alle sollecitazioni: "Le ossa del ginocchio non sfregano più, ma devo allenarmi sulla resistenza e sulla continuità", ha dichiarato. Il Masters si avvicina, stanno per iniziare le grandi gare e una stagione di Major senza di lui non sarebbe certamente la stessa. Come fare senza l'uomo dalla maglia rossa che cammina fiero e indomito lungo i fairway dell'Augusta National?
Lo stimolo in più per tornare a giocare e a vincere è arrivato domenica 8 febbraio quando è nato il sospirato erede maschio, Charlie Axel Woods. Tiger aveva ammesso che il suo ritorno sarebbe dipeso dalla nascita del secondogenito che aveva la precedenza su ogni impegno sportivo. Ora che è nato potrà sfogare la voglia di tornare alle competizioni che ha confessato essere tanta. Beh, ci fa piacere apprendere che anche a lui manca qualcosa. D'altro canto la competitività è sempre stata la sua dote maggiore e siamo certi che dopo otto mesi sia in difetto di adrenalina. Una volta ripresosi dall'intervento non è comunque mai stato con le mani in mano: dai giochi con la piccola Sam Alexis alla pratica di approcci nel giardino della sua villa, dalle ospitate televisive da David Letterman a quelle richieste dai suoi molti sponsor per il lancio di nuovi prodotti, dai viaggi per controllare l'avanzamento dei lavori nei tre campi in costruzione che porteranno la sua firma ai set dove ha girato alcuni spot, dalle lezioni impartite ad alcuni giovani allievi della sua fondazione al palcoscenico mondiale del Lincoln Memorial a Washington per parlare alla cerimonia in onore di Barack Obama. Un po' dimagrito, elegante e contenuto, ha parlato a braccio per tre minuti ricordando le gesta dei molti soldati americani impegnati all'estero e della sua esperienza vissuta in Vietnam con il padre, generale dei marines.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.