Le compagnie aeree cinesi, arabe e giapponesi scommettono su Malpensa facendola decollare. Con il risultato che il «rating» dei collegamenti intercontinentali di Milano nell’estate 2010 sale a quota 24,3, contro il 21,8 dell’inverno 2009. A documentarlo è l’ultimo rapporto realizzato dal centro studi Certet dell’Università Bocconi, su commissione di Unioncamere Lombardia.
Un balzo in avanti grazie soprattutto alle 6 nuove partenze settimanali per Tokyo di Japan Airlines, con cui Milano torna a essere direttamente accessibile dal Giappone, e ai 4 nuovi voli per Hong Kong del vettore cinese Cathay Pacific. Merito della liberalizzazione degli accordi bilaterali tra Italia e Cina voluti dal governo Berlusconi nel 2009, grazie a cui per la prima volta nella storia le compagnie aeree dei due Paesi non sono più vincolate a un solo aeroporto (che per l'Italia è sempre stato Roma). Malpensa si conferma inoltre la «regina» dei collegamenti con la ricca Dubai, negli Emirati arabi, con i 14 voli settimanali di Emirates.
Altro segnale positivo, Milano riesce a superare Roma come numero di voli verso l'Europa (nell’inverno 2009 era invece la Capitale a essere meglio collegata) conquistando un «voto» migliore (74) non solo rispetto alla scorsa stagione (70,9) ma addirittura rispetto al 2007 (72,5), anno precedente alla crisi di Malpensa. E la sfida dei cieli questa volta è tutta a favore degli aeroporti lombardi, che nell'estate 2010 sono collegati con 5 destinazioni in più di quelli romani (erano invece 9 in meno l’inverno scorso). In tutto 100 le città europee raggiungibili con un volo diretto da Milano, cui si aggiungono altre 49 metropoli internazionali. Ogni settimana dagli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio si contano in tutto 3.116 partenze, di cui 1.804 verso l’Europa (contro le sole 1.623 degli scali romani), 1.054 per il resto d’Italia e 258 verso le principali capitali mondiali.
Ma il vero boom per Milano è quello delle compagnie low cost, che nella stagione in corso offrono ben 1.047 partenze settimanali (il 37 per cento dei voli totali), contro le 959 di questo inverno e le 907 dell’estate 2009. Non a caso il vettore che cresce di più su Malpensa è easyJet, con 13.991 posti in più a settimana rispetto a un anno fa (+25 per cento), mentre sommando tutte le compagnie l’hub varesino aumenta l’offerta del 5 per cento.
E nel futuro di Malpensa, poi, c’è anche un incremento dei collegamenti con l’America. A prevederlo è il professor Giuseppe Siciliano, che ha coordinato la ricerca della Bocconi, secondo cui «quella verso le mete asiatiche è una direttrice molto interessante, perché l’Asia è notoriamente la macroarea che cresce di più e la sua crescita determina il fatto che anche città “secondarie” generano via via livelli di domanda che rendono convenienti collegamenti point-to-point (cioè senza scali intermedi, Ndr). Quest’ultimo - continua Siciliano - è un punto a favore per Malpensa, che ha perso il proprio hub carrier. E l’aumento di collegamenti intercontinentali point-to-point, benché interessi l’Asia, si può prevedere nel medio-lungo periodo anche con l'America».
Per l’esperto del Certet anche l’arrivo del Frecciarossa a Malpensa è «un segnale positivo di miglioramento del sistema di accessibilità terreste a Milano (in termini di cooperazione tra istituzioni, aeroporto e operatori ferroviari), e può contribuire ad allargare l’area di riferimento dell’aeroporto grazie a opportune connessioni con le stazioni del Nord Italia. Il Frecciarossa, infatti, è pensato per i potenziali passeggeri di un bacino più allargato e da questo punto di vista, nonostante le sole due frequenze giornaliere, è un'operazione positiva e promettente».
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