L’allarme topi non è un caso isolato al quartiere di Brera. Riguarda tutta la città: dai Navigli al parco Sempione, dalle metropolitane alle zone vicine a scavi e cantieri. "Le fogne sono infestate ovunque - conferma Susanna Cantoni, direttrice del dipartimento di prevenzione dell’Asl - e i topi si riproducono molto velocemente. Bisogna procedere con interventi di derattizzazione costanti per riuscire ad arginare il fenomeno". Quando i topi cominciano a zampettare per le strade e nei giardini pubblici significa che le loro tane sono state disturbate, magari dal qualche ruspa. "Se li vediamo in giro - spiega la Cantoni - significa che stanno migrando in cerca di un nuovo rifugio o, come nel caso di Brera, hanno trovato un’oasi adatta alla loro colonia, con cibo e verde a volontà".
E in effetti, nel mini zoo del quartiere degli artisti, tra via Madonnina e via San Carpoforo, non mancava nulla: frutta in abbondanza, rifiuti di ogni genere e terra fresca in cui scavare le tane. Dopo l’sos lanciato dai ristoratori e dagli abitanti del quartiere, è scattato il piano anti topi ed è in corso la derattizzazione. Unico problema da risolvere: trovare esche (avvelenate) che ingolosiscano i ratti più dei resti a cinque stelle di cibo che trovano nei cestini dell’immondizia e più dei fichi dell’albero su cui vivono. "Da una prima analisi delle feci dei topi - spiega la Cantoni - possiamo confermare che i topi hanno cominciato a mangiare le esche. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo debellare il problema prima che si formi una colonia vera e propria2.
Per accelerare i tempi, l’Asl ha chiesto al sindaco di Milano Letizia Moratti di emettere un’ordinanza nei confronti della proprietà dell’area (curata dall’associazione di commercianti la Madonnina) perché, nel giro di cinque giorni al massimo, effettui tutti gli interventi di manutenzione del giardinetto, compresa la potatura degli alberi. "Siamo al lavoro" garantisce il sindaco. Detto questo, non viene imputata nessuna colpa al gestore, che aveva anche iniziato la derattizzazione con metodi ritenuti "idonei" dal dipartimento di prevenzione.
Per evitare che i ratti scappino dall’aiuola e si riversino nelle vie del quartiere - magari attirati dai rifiuti che i ristoranti lasciano in cortile - è stato chiesto a tutti i gestori dei locali di non utilizzare più i sacchi neri per l’immondizia ma contenitori rigidi, più difficili da spaccare. I residenti rimangono scettici: "I topi abitano qui da sempre - denunciano - e non bisogna limitarsi a interventi limitati a una singola area. I tecnici vadano a farsi un giro nei box interrati". Secondo loro infatti, la proliferazione dei ratti è imputabile ai garage sotterranei di via Formentini, in parte vuoti e allagati da mesi. L’Asl, assicurano i responsabili, effettuerà controlli periodici e "accertamenti negli stabili vuoti in collaborazione col Comune".
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