I dirigibili tornano di moda. Li vuole il Pentagono, ma non soltanto: i velivoli più leggeri dell’aria sono e saranno sempre più utilizzati da diversi Paesi. Nessuno si sogna di far rivivere i fasti degli Zeppelin, i dirigibili che la Germania utilizzò nella prima guerra mondiale come bombardieri strategici ante-litteram, subendo perdite pesantissime a opera di caccia e contraerea. No, i moderni dirigibili svolgeranno missioni molto diverse: andranno a integrare i satelliti in ruoli di sorveglianza, allarme, intelligence, comunicazioni.
Le missioni potranno durare settimane o mesi e quindi si vuole limitare o possibilmente eliminare la presenza di un equipaggio umano a bordo. I dirigibili voleranno in modo autonomo o saranno controllati a distanza e non andranno dove il nemico può abbatterli.
Il programma forse più significativo è condotto dall’esercito statunitense, che ha affidato a Northrop Grumman un contratto del valore di 517 milioni di dollari per realizzare tre grandi aeronavi, denominate Lemv, lunghe 100 metri e alte 18, formate da due involucri fusiformi affiancati, al centro dei quali si trova la gondola con l’equipaggio, i sistemi di sorveglianza e di supporto. La propulsione è assicurata da quattro motori diesel, che consentono all’aeronave ibrida (perché l’elio che ne riempie l’involucro fornisce soltanto una parte della spinta per mantenerlo in volo) di volare a una velocità di crociera di 54 km/h, con punte di 144 km/h. Il Lemv è concepito per restare in cielo per tre settimane, volando a una quota di almeno 6.000 metri e trasportando sistemi di sorveglianza per un peso complessivo di 1,1 tonnellate. Se lo sviluppo non incontrerà problemi, il Lemv, completata le prove di volo e Inghilterra e in Arizona, comincerà a operare in Afghanistan dal 2012.
Se l’esercito si fa il dirigibile, la Marina non è da meno: per il programma Isis la Us Navy sta sviluppando un dirigibile/radar integrato, in base a un programma da 400 milioni di dollari assegnato a Lockheed Martin/Raytheon. Un dimostratore in scala ridotta sarà pronto per le prove in volo nel 2013. L’Isis definitiva avrà un radar con una enorme antenna di 6.000 metri quadri, potrà rimanere in volo per un anno o più, volando a quote superiori ai dieci chilometri Isis scoprirà missili in volo fino a 600 chilometri di distanza ed un soldato a piedi a 300 km e persino una jeep nascosta sotto gli alberi alla stessa distanza.
Questi sono solo due dei progetti in corso. I dirigibili non sostituiranno i satelliti, ma li integreranno e lavoreranno anche assieme ai velivoli senza pilota da alta quota e lunghissima autonomia in corso di sviluppo, in modo da realizzare un «grande occhio», composto di più sistemi le cui informazioni saranno poi «fuse insieme.
E in attesa dei nuovi dirigibili i militari intanto si «consolano» con un’altra vestigia del passato: i palloni frenati, anche questi dotati di radar, sistemi di sorveglianza, apparati per telecomunicazione. Sono in servizio in Afghanistan, in Kuwait, in Israele.
Dirigibili e palloni, grazie alle nuove tecnologie stanno dunque conoscendo una seconda giovinezza. E questa volta la loro carriera sembra davvero promettente.
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