Il traguardo di Federer: «Finalmente posso cominciare a divertirmi»

ParigiIeri Parigi ha salutato la vittoria di Roger Federer con un entusiasmo difficile da descrivere. Neppure quando vinse Yannick Noah i francesi si lasciarono trasportare da tanta eccitazione. La verità è che gli amanti del bel gioco volevano a tutti i costi celebrare l'ascesa al Trono del «Divino Federer», l'uomo che ha combattuto e vinto con la storia. Roger ha superato l'ostacolo più duro: la terra rossa del Roland Garros nota per aver sbarrato la strada a tanti straordinari campioni. Ma nelle celebrazioni della sua vittoria c'era qualcosa di più e si trattava di un dettaglio importante perché la gente ha chiesto con prepotenza il ritorno del rovescio giocato con una mano sola, della palla corta, dello slice e del gioco di volo.
Un pubblico colto ha condannato a morte la manovalanza atletica di troppi giovani, ai quali cattivi coach hanno insegnato che il tennis non è un arte ma un gioco di forza. Per questo - credetemi - la vittoria di Federer è arrivata come una benedizione. Fino a quando a sostenere questa tesi erano Nicola Pietrangeli e Manolo Santana molti scuotevano la testa sentenziando che si trattava di teorie superate, inutilizzabili con la moderna velocità di palla. Grazie a Dio la vittoria di Federer ha dimostrato il contrario! Per giocare bene a tennis non occorre essere dei sollevatori di pesi, dei maratoneti o peggio ancora, come li definisce Ion Tiriac, dei macellai della racchetta. Ieri le nouveau Roi de Roland Garros ha dimostrato che anche nell'Era Moderna il tennis può ancora essere un’arte!
La finale, disputata sotto un cielo grigio, qualche goccia di pioggia e molto vento, è durata 1 ora e 55. Una prima partita vinta per 6-1, un certo equilibrio fino al tie break del secondo, concluso da Federer con un capolavoro: quattro ace e una stupenda palla corta. Il terzo set ha rispettato i canoni classici di un break iniziale e la inutile rincorsa dello svedese: 6-1, 7-6, 6-4 lo score. Soltanto a questo punto mi accorgo di non aver ancora menzionato il nome dell'avversario di Federer, tale Soderling, meritevole di aver eliminato nientemeno che Nadal e me ne scuso con il lettore. La verità è che Soderling ieri ha rappresento la spalla per un magnifico monologo. Dopo l'ultimo quindici l'intero stadio è scattato in piedi. Federer è caduto sulle ginocchia! Assieme a lui abbiamo vissuto momenti di grande emozione. Come accadde dopo la sconfitta contro «Rafa» in Australia anche questa volta Roger si è messo a piangere. Ha pianto subito dopo la vittoria e nel momento in cui dopo aver alzato la bella coppa ha ascoltato l'inno nazionale. Poi ha ringraziato Soderling per aver detto al microfono due battute spiritose: «Avendo perso con Roger 9 volte avevo rassicurato il mio coach che non saremmo arrivati a 10. Adesso dico che nessuno mi batte 11 volte di fila... ». Federer ha spiegato: «Dall'emozione temevo davvero di non riuscire a parlare. Penso che da oggi e fino alla fine della mia carriera potrò giocare con la testa più libera. Non dovrò più pensare a Roland Garros... ». Poi, ha dedicato la vittoria a sua moglie, chiamandola «my lovely wife» e ringraziandola perché tra poco gli darà un bambino.

Nel palco con Mirka era seduta Anne Wintour la celebre direttrice di Vogue America, grande appassionata di tennis. Oltre a lei, erano numerosissimi i personaggi famosi presenti a Roland Garros, testimoni di un risultato storico ma soprattutto di un evento eccezionale: il ritorno del bel tennis.

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