Bologna Nella strage di New York, Silvia Rigamonti ha perso il figlio ipovedente Filippo, 16 anni, e il marito Michele, 52. Era stata la cognata a regalare il viaggio per il 25° di matrimonio dei signori Norelli, Silvia non se l'era sentita di salire su quell'elicottero maledetto: la sua paura le ha salvato la vita. Ora di fronte alla notizia che un controllore durante il volo stava parlando al telefono con la fidanzata, mentre il supervisore era assente, trattiene la rabbia, preferisce non esternare un rancore che sarebbe umano. «Abbiamo deciso di non parlare - ha risposto ieri sera a Il Giornale -. Il dolore è ancora troppo fresco per consentirci dichiarazioni, per giudicare l'operato di chi ha sbagliato. Mio cugino Vittorio si occupa della parte legale, abbiamo delegato a lui ogni attività». Inutile insistere, comprensibile il riserbo della vedova Norelli. «Ormai mio marito e mio figlio sono morti. Il processo si farà negli Stati Uniti, non m'interessa farlo io, né prendere posizione». La signora bolognese ha fiducia nella giustizia americana. «Mi fido molto del console italiano Antonino, della moglie Lidia: sono persone stupende, penseranno anche loro a vigilare perché venga stabilita la verità». Ieri mattina tutto il piccolo borgo di Trebbo di Reno, frazione di Castel Maggiore, si era radunato per l'estremo saluto a papà Michele e a Pippo. In mille hanno affollato la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, metà sono rimasti fuori, ascoltando il funerale dagli altoparlanti sul sagrato. In prima fila la signora Silvia, con il figlio Davide, 23 anni, che avrebbe voluto raggiungere gli States per una vacanza con la fidanzata il prossimo mese. Nemmeno lui commenta la superficialità dei controllori di volo costata la vita a nove persone: «La giustizia farà il suo corso». Presenti Samuele e Leda Gallazzi, i genitori di Fabio, precipitato insieme alla moglie Tiziana Pedroni e al figlio Giacomo: le loro esequie domattina a San Lazzaro di Savena.
Per celebrare la messa è sceso da Bergamo don Biagio Ferrari: «Conosco Silvia da quando ero piccolo, non pensavo certo di fare io il funerale del marito. La nostra vita è come un filo d'erba, da un momento all'altro può essere spezzata». Dalla Svizzera è arrivata Giulia, la ragazzina di cui Pippo si era innamorato. I ragazzi dell'oratorio al sedicenne hanno dedicato cartelloni: «Anche se sei volato via così presto, vivrai per sempre nei nostri cuori», e «Per sempre uno di noi».
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