Troppo magre per Madrid ma in Italia sfileranno

Nel nostro Paese il codice fissa a 18 l’indice minimo di massa corporea per le modelle. Ma la media è 16. La Balti: «Sono regole assurde: siamo tutte così»

da Milano

Se ci sono delle regole sono queste: l’età minima di 16 anni, il certificato medico obbligatorio. E l’indice di massa corporea (cioè peso diviso l’altezza al quadrato) superiore a 18. Per capirsi, una modella alta 1 e 75 deve pesare almeno 56 chili. Lo ha detto per prima la Spagna, che lo ha ribadito ieri (alla Pasarela Cibeles, a Madrid, non ci saranno modelle «fuori indice»), lo ha confermato l’Italia con il documento firmato da governo e associazioni della moda. Nel nostro paese, i tavoli milanesi e romani hanno cercato di delineare i punti fermi per le sfilate di febbraio. «C’è il rischio di trasmettere messaggi sbagliati alle ragazze della fascia pre-adolescenziale», dice la carta. Il documento «vincolante per chi lo sottoscrive» non stabilisce però sanzioni per chi viola le regole. «Non sono questi i criteri per stabilire se una modella è sana» precisa Bruno Pauletta, agente di modelle come la top Bianca Balti.
E, in effetti, c’è da stare attenti a non confondere magrezza con anoressia, un fatto di costituzione e una malattia. «Sono alta un metro e 75 e peso, o meglio pesavo perché ora aspetto una bambina che nascerà a giugno, tra i 49 e i 50 chili – racconta la bellissima lodigiana Bianca Balti - sono perciò di massa corporea 16, ben due punti sotto il limite. Eppure sono sana, non ho mai avuto problemi alimentari. E il fatto che sia incinta conferma che sto bene». Eppure con un indice del genere, stando alle nuove regole, non si lavora. «Appunto, un’assurdità. Perché siamo tutte così». Come conferma Eva Riccobono, la palermitana diventata una star delle passerelle internazionali: «Sono d’accordo su un maggiore controllo, ma l’imposizione di un indice non la capisco. Io sono andata dal medico apposta e mi ha assicurato che sono perfettamente sana. Certo sarebbe ora di scegliere ragazze con un viso più salutare: ma per questo non servono certo i calcoli». Le top però - è l’accusa - sono l’esempio per molte adolescenti. «Non direi - replica la Balti - le ragazze guardano più alle attrici e alle veline, che hanno forme tondeggianti». Già, però il dito è puntato sul mondo della moda. «Alcune modelle sono davvero troppo magre, ma non le scelgo – dice Rosmary Ferrari, ex modella e ora regista di sfilate - e a loro spiego che devono ingrassare di due, tre chili. Però vi assicuro che le modelle mangiano. Sono magre ma è un fatto di struttura. Io stessa sono alta 1,79 e peso 57 chili: nessuno ha mai pensato che fossi anoressica».
Eppure c’è chi ha smesso di salire in passerella perché non ce la faceva più a stare a dieta. «Tanti sacrifici e nessun risultato, ero troppo demoralizzata – racconta Valentina Mezzetti - Ora peso dieci chili in più (1,76 cm per 67 kg) e ho un gran successo come indossatrice di taglie forti». Contrario alle regole Guido Dolci, presidente dell’Assem, associazione che raggruppa le agenzie di modelle. «L’America si dissocia e la Francia ride. Abbiamo gli stilisti più invidiati al mondo e cercano di portarceli via. La Spagna ne ha già persi cinque che si sono spostati a New York. Sarà la nostra fine? Dobbiamo fare attenzione, altrimenti andremo a vendere biciclette mentre abbiamo in mano un fatturato da 80 miliardi di euro.

Invece di guardare le modelle alle sfilate, si dovrebbe prestare attenzione alle riviste, dove ci finiscono proprio quelle modelle che invece di essere allontanate si aggiudicano 18 copertine dei giornali più famosi al mondo. Quello sì non è un bell’esempio».

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