nostro inviato a Cernobbio
“Se l’Andalusia ha rilanciato il turismo per i campi da golf, perché non possiamo farlo anche noi?”. Michela Vittoria Brambilla si toglie gli occhiali, li appende alla maglietta, e strizza gli occhi con fare interrogativo. Perché no? Poi torna il guizzo brianzolo: “E infatti lo stiamo facendo”. Ricapitoliamo: incontriamo il ministro del Turismo su un battello che attraversa il lago di Como da Cernobbio, dove è in corso la quinta conferenza nazionale del turismo, a Lecco, terra natale della Brambilla. Mentre racconta i suoi due anni (quasi) da ministro interagisce in diverse lingue con le varie delegazioni ospiti e fuma indefessamente. “Quando mi sono insediata mi sono subito resa conto che dovevo costruire interamente il ministero - racconta al Giornale -. Era dal 93 che non c’era un dicastero dedicato esclusivamente al turismo, una follia in un paese come il nostro. Ho dovuto iniziare da zero: per un anno non ho messo il naso fuori dall’ufficio. Era un palazzone disabitato, ora pullula di vita, di giovani e di idee. Ora sono soddisfatta, abbiamo fatto tantissimo e il “codice” che abbiamo preparato è una vera e propria riforma del settore”. Parla a 360 gradi la rossa ex presidente dei giovani industriali e salta di qua e di là, dalla difesa dei turisti, alla difesa del patrimonio culturale, “Abbiamo deciso di tutelare i turisti: prima non avevano alcun diritto. La vacanza non è solo un momento ludico è una vera e propria occasione di coesione sociale. Anche per questo abbiamo deciso di riproporre i buoni vacanze, molte persone sono andate in villeggiatura grazie a noi. E’ una grande soddisfazione”. Un occhio alle fasce più deboli, ma anche molta attenzione al business.
Il turismo va in buca Quest’estate MVB ha lanciato un’idea: rilanciare il turismo attraverso i campi da golf. Apriti cielo: un temporale (estivo) di critiche. Ideologiche, per lo più. Golf, green, pat, cart, bunker. Un vocabolario che evoca nobiltà anglosassoni più che abitudini nostrane. “L’Italia può diventare una meta di turismo sportivo, in particolar modo golfistico. L’Andalusia è stata rilanciata da queste strutture. Il turista del golf viaggia tutto l’anno, si sposta frequentemente e ha esigenze particolari. Per il nostro paese può essere un grande investimento e non mi riferisco solo al turismo, ma a tutto quello che sta attorno alla costruzione e al mantenimento di queste strutture”. E l’ambiente? L’Italia è il paese dei divieti e dell’immobilismo, costruire campi da golf sarà percepito come un attentato alla natura? “Incentiveremo la costruzione di strutture sostenibili ed ecocompatibili.
La salvaguardia del paesaggio è una nostra priorità. Chi costruirà campi da golf dovrà impegnarsi anche a non cedere entro un numero minimo di anni la struttura”. La sfida è all’inizio, ma la rossa è già nel green.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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