Tutti i numeri di Paolo Nutini

È il 2006. Un ragazzo di 19 anni appena, dall’aria timida e parecchio spaurita, siede davanti a una scenografia spoglia: nient’altro che un pannello blu e una sedia appoggiata in un angolo, per caso. La frangetta gli scende giù fino a nascondere l’occhio sinistro. Sorride, a tratti. Sulle ginocchia tiene una chitarra acustica. Due parole cariche d’imbarazzo, poi inizia a suonare una ballata meravigliosamente intensa.
These streets, si intitola la canzone. Lui, invece, si chiama Paolo Nutini. Ha un nome italiano, anche se in verità è mezzo scozzese e ovviamente canta nella lingua del Bardo. Quel brano, consegnato al download gratuito della rete, darà il nome al suo primo album e diventerà, così, attraverso questo semplice gesto, un’autostrada a dieci corsie dove è facile correre alla conquista di un successo planetario.
Oggi, dunque, Nutini può essere considerato un’icona del pop. Il ragazzo italo-scozzese ha i numeri, perché non si ferma alla solita salsa smielata ma si apre a contaminazioni varie e persino ammicca al country. Ed è il perfetto prototipo del bravo ragazzo, con quella faccia efebica un bel po’ che non fatica a far breccia nel cuore delle ragazzine. Domani sera, alle 21, Nutini sarà alla cavea del Parco della Musica nell’ambito della rassegna «Luglio suona bene».
Sul palco porterà i suoi successi, tra cui l’allegra hit New shoes, oltre alle canzoni del secondo album Sunny side up, uscito l’anno scorso. Il singolo Candy riprende l’atmosfera sognante e soft di These streets, imboccando la direzione di un inno all’amore molto fiabesco ma per niente stucchevole.
Ci si diverte, durante un live di Nutini. Ci sono i pezzi da accendino (o cellulare) acceso verso il cielo. Ma si balla anche. Prendete Jenny don’t be hasty, traccia d’esordio del suo primo disco, con un ritornello dal ritmo sincopato. Concedeteglielo, ci sa fare: ci sarà pure più di una ragione valida se sia i Rolling Stones che i Led Zeppelin abbiano preteso la sua presenza per aprire i loro concerti. E tutto si può dire, ma non che siano di bocca buona o gusti facili.
È giovane, Nutini. Ha 23 anni appena. Ma è su piazza da quando ne aveva 16, cioè da quando lo notò il produttore dei Coldplay offrendogli una collaborazione. Senza pensarci due volte.

Poi vennero le esibizioni acustiche davanti a una scenografia fin troppo spoglia. Poi, nel giro di qualche mese, i fuochi d’artificio: i due milioni di copie di These streets. Il fatto è che certe storie solo la musica le sa raccontare.

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