Da centodue anni mette «il cappio al collo» ai personaggi più famosi d'Italia e del mondo. Un «cappio» di lusso che è sinonimo di eleganza, distinzione e raffinatezza, quello che trasforma una cravatta comune in una creata da E. Marinella, fiore all'occhiello della Napoli creativa che unisce tradizione sartoriale e innovazione. «Non è stato facile curare e far conoscere in tutto il mondo il nostro marchio in una realtà difficile come Napoli - sottolinea Maurizio Marinella, incontrastato e affabile anfitrione della maison fondata da nonno Eugenio nel 1914 - ma siamo riusciti a mantenere il nostro prodotto di altissima qualità unendo artigianato sartoriale e innovazione».
Inutile girarci intorno, la cravatta di Marinella è un oggetto di culto che diventa ogni giorno più prezioso, tanto che il suo giro di affari si allarga continuamente. «Siamo presenti sul mercato di tutto il mondo ma certi risultati stupiscono prima di tutto noi stessi. Per esempio il successo, imprevisto, che stiamo riscuotendo adesso in Malesia, roba da non credere. Dopo il Giappone e gli Stati Uniti sta diventando sempre più importante per noi». Allo storico negozio di Napoli (che apre ancora puntualmente alle 6.30 di mattina e offre caffè e sfogliatelle ai clienti) si sono aggiunti i due di Milano, quello a Londra nel cuore di ST.James e alcuni «corner» sparsi per il mondo (leggi Barcellona, Parigi e New York) per distribuire le preziose sete della Casa, ma i clienti più sofisticati scelgono appositamente le stoffe preferite e si fanno fare la cravatta su misura e personalizzata. «È il servizio che ci distingue da tutti e ci permette di soddisfare il gusto del cliente più esigente facendolo sentire protagonista della sua scelta».
Proprio per accontentare i clienti più esigenti e per unire le radici alla contemporaneità Marinella lancia in questi giorni una nuova serie di inimitabili cravatte per i veri appassionati del genere. È la collezione «Archivio», creata da pezzi unici realizzati con fantasie originali create tra il 1930 e il 1980. Le cravatte, stampate su seta poi lavorata a mano, rappresentano l'intera storia e l'evoluzione nei decenni di Marinella, e ciascuna di esse è segnata sul retro con l'anno di nascita; si potrà così scegliere tra le fantasie anni Trenta, i disegni «Paisley» anni Quaranta o quelli «cachemire» del periodo successivo, rigorosamente vintage ma splendidamente attuali. Le fantasie sono state ritrovate da Maurizio Marinella durante uno dei suoi viaggi inglesi a Maxfield, dove il nonno Eugenio e poi il papà Luigi si recavano personalmente per scegliere le fantasie per le loro cravatte e camicie (l'azienda è nota anche per l'abbigliamento maschile in generale - dai maglioni di cachemire alle scarpe - compresi gli accessori che vanno dai gemelli all'acqua di colonia). La classe italiana unita alla tradizione inglese (tutta la boutique di Napoli è stata fatta da Eugenio Marinella con materiali inglesi, compresi gli stipiti delle porte) ha creato questi pezzi unici (anche questi naturalmente possono essere fatti su misura scegliendo la stoffa) di cui Marinella va giustamente fiero. «Sono una specie di album di famiglia, un viaggio tra passato e presente che va oltre il semplice capo d'abbigliamento. È un pezzo della nostra storia e in parallelo della storia della moda e del gusto. È stato commovente trovare questo tesoro nascosto, una testimonianza tangibile della nostra lunga tradizione. Non ho potuto fare altro che utilizzare queste fantasie per dare vita a una collezione unica e irripetibile, un vero must per gli amanti della moda e del vintage. La cravatta diventa testimonianza tangibile, per noi e per chi la indossa, del legame tra passato e futuro».
Un passato e futuro che sono strettamente legati anche dai personaggi famosi che hanno indossato le cravatte di Marinella. «L'elenco sarebbe infinito e spazia da tutti i nostri Presidenti della Repubblica, da De Nicola a Mattarella a Napolitano, che è sempre stato un nostro affezionatissimo cliente, passando per Berlusconi, che quando era Presidente del Consiglio ne comprava centinaia alla volta - facendosi fare anche scatole apposite - per sé e da regalare ai vari capi di Stato. Mio padre e mio nonno rifornivano Eduardo De Filippo e Totò. Eduardo si faceva fare persino delle maglie di lana da mettere sotto gli abiti e dei mutandoni pesanti perchè era molto freddoloso. Mio padre diceva che nessuno portava lo smoking con il portamento di Totò. La maggior parte degli attori e dei personaggi stranieri vengono da noi o ci contattano e si fanno fare o comprano le cravatte. Ricordo uno dei miei primi clienti fu un Helmut Berger molto giovane».
Una cravatta dunque che è un segno distintivo più che un capo d'abbigliamento, e infatti la serie «Archivio» sta già andando a ruba nei negozi (dove costa 180 euro al pezzo) e Marinella dovrà presto provvedere a rimpinguarla per soddisfare le esigenze degli aficionados che
già si sfidano a colpi di annate, senza dimenticare i superclassici della collezione standard, che tra regimental, microfantasie e mille colori continuano a dettare la linea della moda elegante per l'uomo e del buon gusto.
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