"Forte perdita umana...". Il ricordo di Berlusconi del papà del Bagaglino

Pierfrancesco Pingitore e Silvio Berlusconi sono stati legati da una lunga amicizia e stima professionale: "Non ha mai protestato per una battuta o una imitazione"

"Forte perdita umana...". Il ricordo di Berlusconi del papà del Bagaglino
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Pierfrancesco Pingitore, intervistato dalla AdnKronos, ha lasciato il suo ricordo di Silvio Berlusconi, con il quale ha collaborato per lunghi anni durante il periodo del Bagaglino. Il loro è stato prima di tutto un rapporto di amicizia e di profonda stima, prima che di lavoro, come dimostrano le sue parole di oggi, commosse e sofferte come quelle di quanti l'hanno conosciuto, condividendo con lui un pezzo di strada professionale e umana.

"Era davvero istrionico, gli piaceva cantare, raccontare le barzellette, esibirsi, stare sotto i riflettori: dentro e fuori la politica, era indubbiamente un personaggio di spettacolo, oltre che una gran testa politica come ce ne sono poche", ha dichiarato il drammaturgo, regista, sceneggiatore e autore televisivo. Nonostante abbia lavorato a lungo nelle reti di cui Silvio Berlusconi è stato editore, Pingitore ha sempre sbandierato la grande libertà di cui ha goduto, anche nelle espressioni di satira che sono stata la principale cifra stilista della sua più nota creazione. "Per me è scomparso anzitutto un amico, una persona che mi ha trattato sempre con gentilezza e simpatia. Amava molto il Bagaglino, gli piaceva il nostro lavoro, non ha mai protestato per una battuta o una imitazione, avevamo un patto: gli dissi 'non ti farò mai leggere in anteprima neanche una riga del copione che poi metteremo in scena' e lui non ha mai preteso nulla e mi ha sempre dato carta bianca".

Una caratteristica che gli è sempre stata riconosciuta da chiunque abbia lavorato nell'azienda di famiglia. Anzi, ha aggiunto Pingitore: "Veniva lì e si vedeva chiaramente che gli piaceva quella formula di teatro, gli artisti che lo facevano. Una volta mi chiese se ero io a scrivere i testi e metterli in scena come regista, gli risposi di sì e lui mi confessò 'è proprio quello che sarebbe piaciuto fare a me' e detto da lui... Avverto una perdita umana forte, a lui volevo bene e lui mi voleva bene". Pierfrancesco Pingitore ricorda bene anche il giorno in cui Silvio Berlusconi lo chiamò a lavorare a Mediaset: "Quando andammo dalla Rai a Mediaset, il passaggio ce lo propose lui, insistette molto, perché al di là degli ascolti record da otto, nove, dieci milioni di telespettatori in prima serata, il programma più visto della settimana, gli piaceva moltissimo quel tipo di spettacolo, sia per il teatro che per la tv.

Si è sempre comportato da signore, non ha mai interferito". E da uomo ironico e autoironico qual era, sottolinea Pingitore, "sapeva benissimo che l'ultima cosa da fare davanti a una battuta spiritosa è prendersela".

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