Unipol, le toghe all'attacco Il Cav rinviato a giudizio: "Mai ascoltata la telefonata"

Il gup scavalca la Procura di Milano. Al centro c'è la telefonata tra Fassino e Consorte. Il Cav interrogato: "Non l'ho mai ascoltata". Lo sfogo: "Quanti ingrati..."

Unipol, le toghe all'attacco  Il Cav rinviato a giudizio: "Mai ascoltata la telefonata"

Il giudice preliminare Maria Grazia Domanico scavalca la Procura di Milano e rinvia a giudizio Silvio Berlusconi per una vicenda su cui la stessa Procura aveva chiesto l'archiviazione delle accuse a carico dell'ex presidente del Consiglio. E' la storia dello scoop con cui nel dicembre 2005 il Giornale rivelò l'esistenza di una conversazione in cui l'allora segretario dei Ds, Piero Fassino, festeggiava la conquista da parte di Unipol della Banca nazionale del Lavoro (l'ormai famoso "abbiamo una banca"). Il pubblico ministero Maurizio Romanelli al termine delle indagini preliminari aveva chiesto di prosciogliere il Cavaliere, spiegando che non c'era alcuna prova del suo coinvolgimento nella violazione del segreto d'ufficio.

Questa mattina Berlusconi si è presentato in aula, ha reso dichiarazioni spontanee e si è sottoposto all'interrogatorio del pm Romanelli e dei suoi difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo. Berlusconi ha spiegato di avere ricevuto la visita ad Arcore di uno specialista di intercettazioni della Procura, ma di conservarne un ricordo assai vago e comunque di non avere mai ascoltato il nastro di Fassino. Ma, dopo due ore di camera di consiglio, il giudice Domanico ha pronunciato la sua ordinanza: e ha rinviato a giudizio il Cavaliere. Il processo inizierà il prossimo 15 marzo davanti alla seconda sezione del tribunale milanese. "Tutto come previsto", è il commento di Niccolò Ghedini. Che ha anche sottolineato come in un caso analogo, la pubblicazione degli interrogatori dell'avvocato Mills prima della conclusione dlele indagini, non sia invece nemmeno stata aperta una inchiesta.

Per la pubblicazione dell'intercettazione Fassino-Consorte erano finiti sotto accusa Roberto Raffaelli, titolare della Rcs, l'azienda di intercettazioni che aveva registrato per conto della Procura la telefonata tra Fassino e il presidente di Unipol Giovanni Consorte, un paio di intermediari e l'editore del Giornale Paolo Berlusconi. Raffaelli e gli intermediari hanno patteggiato la pena mentre Paolo Berlusconi è attualmente sotto processo.

Nel corso dell'inchiesta, Raffaelli aveva ammesso di avere portato un file audio con la registrazione della telefonata Consorte-Fassino nella residenza di Berlusconi ad Arcore. Ma il lettore audio si era inceppato, e il Cavaliere si era assopito.

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