Medjugorje, via libera al culto pubblico (ma senza parere sul soprannaturale)

Il Dicastero per la dottrina della fede concede il nulla osta al culto ed ai pellegrinaggi, ma precisa che i viaggi non si fanno per incontrare i presunti veggenti

Medjugorje, via libera al culto pubblico (ma senza parere sul soprannaturale)
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"È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje". Questa è la premessa della Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede intitolata "La Regina della Pace" che concede il nulla osta al culto, pur non esprimendosi sull'origine divina delle apparizioni. I fedeli non sono obbligati a credervi, ma non esistono ostacoli o errori dottrinali e viene riconosciuto che "possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico". A 43 anni dall'inizio del fenomeno, dalla Santa Sede arriva la risposta attesa da molti nel mondo. Ed è una risposta positiva.


Veggenti e frutti


La nota del Dicastero tiene a precisare che chi si reca nella località della Bosnia ed Erzegovina è invitato ad "accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace". Sempre sui presunti veggenti, l'ex Sant'Uffizio rimarca che il nulla osta non implica un giudizio sulla loro vita morale.

Il via libera del Dicastero, con approvazione papale, arriva grazie a quelli che vengono definiti "frutti" identificati nelle "abbondanti conversioni", nel "frequente ritorno alla pratica sacramentale (Eucarestia e riconciliazione)" nelle "numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale", nell’"approfondimento della vita di fede, una più intensa pratica della preghiera, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare". La Nota fa una distinzione, riportando che "occorre menzionare che tali esperienze avvengono soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari piuttosto che durante gli incontri con i 'veggenti' per presenziare alle presunte apparizioni".

I messaggi

Il cardinale prefetto Víctor Manuel Fernàndez e il segretario per la sezione dottrinale, monsignor Armando Matteo, dedicano un'ampia parte della Nota ai messaggi per i quali si premette l'aggettivo "presunti". La Nota dà una valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje, pur non riconoscendone la diretta origine soprannaturale, ma al tempo stesso precisa che "alcuni pochi messaggi si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli". Per questo il testo invita i fedeli a fare attenzione e chiede al Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje di verificare che la Nota sia inclusa in ogni raccolta dei messaggi e di operare il discernimento di messaggi futuri o passati.

La conferenza stampa

Il cardinale Fernàndez ha spiegato la Nota in una conferenza stampa nella Sala Stampa della Santa Sede, offrendo una ricostruzione storica della posizione della Chiesa dal 1981 in poi. Il porporato ha ricordato il desiderio di Giovanni Paolo II di visitare Medjugorje e le sue citazioni positive in alcune lettere. Fernàndez ha menzionato anche il parere di Joseph Ratzinger espresso nel 1985 nel libro intervista "Rapporto sulla fede" scritto con Vittorio Messori. Per il futuro Benedetto XVI, a proposito di Madjugorje, "uno dei nostri criteri è separare l’aspetto della vera o presunta 'soprannaturalità' dell’apparizione da quello dei suoi frutti spirituali.

I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta perplesso quanto alla 'verità scientifica' della tradizione che vi è legata". Per il cardinale argentino il criterio che fu di Ratzinger è lo stesso di Francesco ed è anche alla base della Nota pubblicata oggi.

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