Il Vaticano ha scomunicato monsignor Carlo Maria Viganò per scisma. Il Congresso del Dicastero per la Dottrina della Fede ha dichiarato la scomunica latae sententiae per l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti. "Sono note le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II", si legge in una nota. All’esito del processo penale, monsignor Viganò "è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma". La rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica.
Lo scorso 21 giugno era stato lo stesso mons. Viganò a rendere noto il decreto che lo convocava a Roma per rispondere delle accuse. Il religioso non ha nominato un avvocato difensore che lo rappresentasse e non ha fatto pervenire alcuna memoria difensiva, si legge ancora, per questo gli è stato attribuito un difensore d’ufficio. Il prelato non potrà celebrare la messa e gli altri sacramenti, ricevere i sacramenti, amministrare i sacramentali e celebrare le altre cerimonie di culto liturgico, avere alcuna parte attiva nelle celebrazioni appena citate, esercitare uffici o incarichi o ministeri o funzioni ecclesiastici e porre atti di governo.
Tra i volti più conservatori della Chiesa cattolica, Viganò non ha mai fatto mistero dei suoi scontri con Papa Francesco. Nel 2018 lo accusò apertamente di essere a conoscenza degli abusi sessuali del cardinale statunitense Theodore McCarrick, che Bergoglio avrebbe poi espulso dal sacerdozio per la sua condotta, arrivando a chiederne le dimissioni. Tra i vari attacchi, definì il pontefice argentino"eretico", "tiranno" e "servo di Satana", fino a mettere in dubbio la sua elezione nel conclave del 2013. Uno degli affondi più duri quello relativo al documento "Fiducia Supplicans", che consente la benedizione delle coppie omosessuali. E, ancora, descrisse il Concilio Vaticano II (1962-1965) come"un cancro ideologico, teologico, morale e liturgico" per poi definire la"Chiesa bergogliana" una "metastasi".
Pochi giorni fa
Viganò ha preso posizione sulla vicenda, parlando di "sentenza già pronta": "Considero le accuse contro di me un onore. Credo che il tenore stesso delle accuse confermi la tesi che ho difeso".
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