Venti di guerra al Comune di Palermo: è scontro tra Cammarata e Miccichè

Il Consiglio comunale boccia l'assestamento di bilancio con l'aiuto del Mpa e dei «ribelli» del Pdl. Il primo cittadino: «Lui e Lombardo fanno pagare ai cittadini il prezzo delle loro ambizioni personali». Il sottosegretario: «Non lo vuole più nessuno come sindaco»

Tornano i venti di tempesta, all'interno del centrodestra, al Comune di Palermo. Nella notte tra il 30 e l'1 dicembre il Consiglio comunale ha bocciato l'assestamento di bilancio proposto dalla giunta guidata da Diego Cammarata. A dire «no» l'Mpa, la parte del Pdl, che fa capo al sottosegretario Gianfranco Micciché, e poi naturalmente l'opposizione ufficiale, alias Pd, Idv e Un'altra storia.
Un brutto colpo, per l'amministrazione comunale. Un brutto colpo sia per le casse del Comune - nella manovra di assestamento erano previste risorse necessarie al funzionamento di alcuni servizi essenziali - sia per il sindaco, sempre più sotto assedio anche da parte di quelli che sulla carta dovrebbero essere i suoi alleati. E infatti duro, durissimo è stato il commento del primo cittadino. «Il voto conrario di Mpa e dissidenti del Pdl - ha tuonato Cammarata - attribuisce la maggiore responsabilità di quanto avvenuto a Lombardo e a Miccichè, che evidentemente distratti dalle bislacche manovre sul fronte regionale, hanno deciso di allargare il contrasto interno alla maggioranza anche al capoluogo dell'Isola, facendo pagare ai cittadini di Palermo il prezzo delle loro ambizioni personali».
La replica di Miccichè, affidata ad un post sul blog «Sud», non si è fatta attendere: «Non capisco le lamentele di Cammarata - dice il sottosegretario - il Pdl-Sicilia anche al Comune di Palermo non fa parte della maggioranza, e Cammarata lo sa benissimo, visto che è stato lui a sbatterci fuori con una bislacca manovra di repulisti, che comunque abbiamo accolto senza troppi drammi, anzi, tutt'altro, visto che ci ha tolti dall'imbarazzo di far parte di un'amministrazione totalmente allo sfascio. E quando non si è maggioranza - prosegue Miccichè - forse è questo ciò che il sindaco non sa, si è assolutamente liberi e politicamente legittimati a votare contro qualsiasi atto che non si reputi confacente agli interessi della collettività. Noi non faremo sconti a nessuno perché sappiamo di esserci intestati un'importantissima battaglia di cambiamento, che non ammette cedimenti o passi indietro». Miccichè replica anche sulle ambizioni personali: «Adesso la mia unica ambizione è dare un volto nuovo al centrodestra siciliano. Si metta il cuore in pace Cammarata. E pensi al prezzo che lui sta facendo pagare ai suoi concittadini. Suoi solo sulla carta, perché ormai non lo vuole più nessuno, né i cittadini che lo hanno votato, né i consiglieri che lo hanno sostenuto».
Il clima, dunque, è incandescente. E il malcontento cresce, anche per alcune iniziative dell'amministrazione criticate da parti della stessa maggioranza che la sostiene. Ultima in ordine di tempo, l'aumento della Tarsu per l'anno 2006.

A ottobre il Tar aveva bocciato l'incremento della tassa sui rifiuti. Ma la giunta comunale ha reiterato il provvedimento. Contro la nuova delibera è stato annunciato ricorso dal segretario palermitano de La Destra, Filippo Cangemi.

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