Sulla morte di Amy Winehouse, per tentare di arrivare a una verità che spiegasse il come e il perché della morte dell'artista britannica, sono state fatte ipotesi di ogni tipo, non di rado contrastanti e di volta in volta smentite.
L'ultima ipotesi, suffragata dai risultati dell'autopsia sul corpo, aveva sconfessata la possibilità che la cantante fosse morta per un overdose, o comunque per avere assunto stupefacenti. Nel corpo non è stata trovata traccia di sostanze che dirigessero l'attenzione degli inquirenti in questa direzione.
Ma se l'ipotesi droga è da scartare, diversamente bisogna dire per quanto riguarda l'abuso di alcool. A confermare che Amy non si era affatto staccata dalla bottiglia sono diverse fonti. Lo dice un coroner di Londra, basandosi però fondamentalmente su dicerie, ma a confermarlo è il medico della Winehouse che non è certo di poter dire che la cantante volesse smettere di bere. Anche se, ammette, sapeva che "non voleva morire".
L'idea che il tragico decesso di Amy Winehouse fosse legato agli alcolici era per la verità già venuta a chi era entrato nella casa di Camden della cantante, dopo il ritrovamento di alcune bottiglie di vodka vicino al corpo
esamine. E gli esami sulla salma danno ragione ai sospetti. Amy aveva assunto una quantità di alcool quasi 5 volte superiore al limite consentito dalle legge inglese, abbastanza da causarle il coma e un arresto respiratorio.
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