Da Milano a Roma. I guai giudiziari dell’ex assessore regionale all’Ambiente Massimo Ponzoni tengono banco anche alla Camera. Ieri, infatti, i colonnelli del Pdl si sono riuniti nella sala del governo di Montecitorio. Ufficialmente, per fare il punto sull’organizzazione del Popolo della libertà in Lombardia e per preparare la campagna elettorale in vista delle elezioni del sindaco di Milano (e Letizia Moratti resta il candidato del centrodestra). Ma la bufera che ha travolto Ponzoni - un’accusa di corruzione, e la richiesta di dimissioni avanzata dall’opposizione in Consiglio - è diventato il tema del giorno del vertice capitolino. La linea è chiara: il consigliere faccia un passo indietro, autosospendendosi dal partito.
All’incontro di Montecitorio hanno preso parte il coordinatore nazionale del partito Ignazio La Russa, l’azzurro Luigi Casero, Guido Podestà (coordinatore regionale del Pdl in Lombardia) e il suo vice Massimo Corsaro. E il dado, a quanto pare, è tratto. Già domani, infatti, Podestà dovrebbe invitare Ponzoni a lasciare la carica di coordinatore provinciale del Pdl in Brianza. Starà poi al governatore Roberto Formigoni chiedere all’ex enfant prodige del Pirellone (da poco eletto consigliere-segretario dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale) di lasciare l’ufficio di presidenza della Giunta. Dopo essere passato indenne alle accuse di abusi edilizi e di bancarotta fraudolenta, dunque, il politico brianzolo (che alle ultime elezioni ha raccolto più di 11mila preferenze), rischia così di dover drasticamente ridimensionare il proprio ruolo, a causa di un’accusa più pesante delle precedenti.
Secondo i magistrati di Monza, infatti, l’allora assessore sarebbe intervenuto per far modificare il pgt di Desio e Seregno in cambio di una tangente di 220mila euro versata dal consulente Filippo Duzioni per conto di un’altra società interessata a realizzare un supermercato con centro commerciale tra Desio, Muggiò e Lissone. Quei soldi sarebbero stati versati comprando tre appartamenti nel portafoglio delle società di Ponzoni (tra cui «il Pellicano, ormai decotta e di lì a breve fallita a causa di un buco da 600mila euro), il quale avrebbe poi fatto pressioni su funzionari pubblici per far approvare il nuovo piano del territorio. Duzioni, interpellato dal Giornale, nega che si tratti di una mazzetta. «È tutto regolare, i documenti lo dimostreranno. Non c’è un legame tra gli appartamenti acquistati e la realizzazione del centro commerciale».
In Consiglio regionale, però, non si placano le polemiche. Anche ieri, infatti, l’opposizione è tornata a chiedere la testa dell’ex assessore. «Si poteva evitare tutto questo clamore non nominando Ponzoni nell’Ufficio di Presidenza», è il commento di Gianmarco Quadrini, capogruppo dell’Unione di Centro al Pirellone. «Per una più serena attività amministrativa - insiste Quadrini - sarebbe il caso che l’esponente del Pdl si dimettesse dall’incarico in attesa di dimostrare la sua innocenza». Anche il Pd insiste. «Si faccia chiarezza». Il capogruppo Luca Gaffuri e il segretario regionale Maurizio Martina invitano a «sollevare l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale da una situazione che rischia di offuscarne l’immagine».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.