Nel 2032 ogni giorno in Lombardia si sposterà in treno circa un milione di passeggeri rispetto ai 700mila che circolano oggi e agli 820mila del pre-Covid. Motivo per cui occorre iniziare «a progettare il futuro per poi realizzarlo» ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana durante un evento organizzato da Fnm per analizzare gli scenari delle città future. Nel 2022 il traffico autostradale è tornato di poco inferiore ai livelli pre-pandemia. Cresce il trasporto pubblico locale e, dal 1950 a oggi, l'offerta ferroviaria è aumentata di oltre il 250%.
Con questi dati, il piano strategico 2021-2025 di Fnm ambisce a sviluppare una «mobilità integrata multimodale» di ultima generazione, pur mantenendo il focus sul tpl su rotaia e gomma. Secondo l'assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, è necessaria una visione dove «l'ecosostenibilità si fonde a tecnologia e innovazione», una Lombardia come un unico grande hub dell'intermodalità «senza più distanze tra città e periferie». E visto che il trasporto di merci e passeggeri non può subire rallentamenti «l'interconnessione tra ferro e gomma dovrà essere la prassi». Per riuscirci servirà lavorare «non solo mantenendo al meglio quanto abbiamo, ma anche attraverso importanti investimenti in tecnologia» per «un'idea di infrastrutture più moderna» ha sottolineato l'assessore lombardo alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi. A partire dallo scatto in avanti da fare pensando a un secondo nodo ferroviario su Milano, magari con un nuovo passante che eviti di intasare il traffico vicino alla Stazione Centrale. Ma non solo.
La Lombardia vuole il controllo di Trenord, società al momento divisa tra un 50% di proprietà di Trenitalia e un 50% di Fnm, di cui la Regione è azionista di maggioranza. Concetto che Fontana ha ribadito anche ieri assicurando che è sua intenzione parlarne al più presto con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini «per fargli capire quanto non sia possibile andare avanti in questo rapporto un po' anomalo». Sia per quanto riguarda la governance sia, soprattutto, per gli investimenti «perché da parte del nostro socio non si muove niente». E la Lombardia «non può continuare a sobbarcarsi l'onere di tutto» lasciando che Trenitalia rimanga con le stesse percentuali di controllo del Pirellone.
Il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati parla di «alibi» visto che «dal 2018 Trenord è interamente governata dalla Regione che esprime amministratore delegato, direttore operativo e finanziario, ossia tutto il vertice dell'azienda».
Cambiare oggi l'assetto della società, con l'acquisto della Regione dell'1 percento in più da Trenitalia, per il capogruppo del M5s Nicola Di Marco è comunque un'idea «che merita di essere valutata» soltanto, però, a patto che «avvenga anche un cambio di dirigenza.
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