Vigili in aeroporto: il Comune di Roma non è stato ai patti

Claudia Passa

Quando oggi il Prefetto Serra darà il via all’ennesimo vertice sul controllo anti-taxi abusivi al Leonardo da Vinci, il sindaco di Fiumicino avrà un asso nella manica che difficilmente il Comune di Roma potrà contestare. È un accordo operativo stipulato il 22 giugno, sottoscritto per il Campidoglio da due funzionari della Polizia municipale e mai ufficialmente revocato dalla dirigenza fino al giorno della rottura, consumatasi sull’arduo dilemma: chi comanda i caschi bianchi romani in «trasferta»?
A ufficializzare la «crisi» è stato il sindaco Canapini, che due giorni fa, in una lettera al comandante interinale dei vigili di Roma Giovanni Catanzaro, definiva «inapplicabile» quanto prospettato dallo stesso comando della Municipale capitolina. Ovvero - scrive Canapini - «la imprescindibile necessità di non riconoscere il comando gerarchico del personale di polizia municipale di Roma al funzionario di Fiumicino, proponendo, in alternativa, il coordinamento del servizio congiunto a funzionari dei due Corpi». Un’ipotesi respinta al mittente dal sindaco della città aeroportuale, che ha invitato Catanzaro a «sospendere immediatamente» l’invio di agenti.
Tanto è bastato ad Alessandro Marchetti del Sulpm per gridare allo scandalo, difendendo Veltroni e Catanzaro («hanno fatto tutto quanto era doveroso»), e definendo «la pretesa» del sindaco di Fiumicino priva «di ragioni né pratiche né teoriche». Peccato che un mese fa due funzionari della municipale di Roma, Marinelli e La Pasta, avevano sottoscritto per conto del Campidoglio un accordo tecnico che prevedeva l’invio di 18 vigili al giorno dalla Capitale, «previo comando presso il Corpo della polizia municipale di Fiumicino. (...) Il personale del Comune di Roma comandato presso il Comune di Fiumicino - si legge nel documento, inviato all’assessore Calamante - opererà e sarà coordinato dal comando del Corpo della polizia municipale di Fiumicino».
Il resto è cronaca di questi giorni, con il «grido d’allarme» di Cgil, Cisl e Uil perché i vigili del Git «spediti» al Leonardo da Vinci - spiegano Giancarlo Cosentino e Gabriele Di Bella della Cisl - non risultavano né «distaccati» né «comandati». Quanto all’accordo del 22 giugno sono diversi gli interrogativi che circolano fra i «pizzardoni». L’attuale comandante Catanzaro (che a differenza del suo omologo di Fiumicino non ha partecipato alla riunione e dunque alla sottoscrizione) ne condivideva i contenuti? Aveva preventivamente concordato la linea da tenere con i due funzionari che hanno apposto la firma? Che posizione ha assunto in seguito? E cosa ne pensa il comandante del Git Carlo Buttarelli?
«Non condividiamo il contenuto dell’accordo - spiega Cosentino - ma il comando del Corpo non ha fatto nulla per rinnegarlo. E ora la politica interviene per un problema tecnico di cui tutti pagano le spese. L’offerta di collaborazione dei sindacati confederali è caduta nel vuoto ed ecco i risultati. L’incontro che avevamo chiesto al sindaco è ancora più urgente». Non solo: «Con una gestione che considero da Prima Repubblica - incalza Di Bella - si sono mandati allo sbaraglio in tutto 600 vigili.

Ed è singolare la presa di posizione di un sindacato autonomo, assente nella vertenza in questione. Il risultato dell’operazione Fiumicino è stato disastroso e la vittima più eccellente è stato Veltroni, che tanto teneva a questo servizio ora revocato per incapacità di chi tecnicamente doveva attuarlo».

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