Vuol girare tra i banchi con la bici e picchia l’insegnante che lo ferma

Anche se sono gli ultimi giorni di scuola e i ragazzi sono stanchi, ci vuole comunque un bel coraggio per insultare, minacciare di morte, quindi scaraventare a terra e picchiare ripetutamente un’insegnante di 61 anni. Tutto in maniera così violenta da mandarla all’ospedale. Invece è proprio quel che ha fatto l’altroieri Christian S., un allievo 15enne della scuola media «Leonardo da Vinci-Eugenio Montale» di via Giuseppe Verdi, a Bollate, sentitosi «ingiustamente» sgridato perché aveva portato la sua bicicletta all’interno dell’istituto e pretendeva di girare in aula come fosse una pista o il cortile di casa sua. Un ragazzino che i carabinieri di Bollate non hanno esitato a denunciare a piede libero per lesioni gravi e minacce e a riaffidare ai servizi sociali. Per il momento. Sì, perché, l’adolescente, l’anno scorso - a soli 14 anni - è già stato protagonista di atti di bullismo sfociati in fatti anche più gravi di quello di giovedì. Un soggetto decisamente a rischio, insomma. E certamente non aiutato dalla famiglia. Basti pensare che la madre, chiamata in caserma, ha detto in malo modo ai carabinieri che il suo Christian, per reagire in quella maniera, era stato «sicuramente provocato». E che «l’insegnante poteva farsi gli affari suoi». L’educatrice - un’insegnante di lettere che risiede a Bollate e per la quale questo è l’ultimo anno di attività prima della pensione - è stata ricoverata all’ospedale locale con un vistoso ematoma all’occhio sinistro e ne avrà per quattro giorni. Tuttavia, pur abitando nello stesso paese del ragazzo, la prof ha preso il coraggio a due mani, si è recata in caserma e ha sporto denuncia contro di lui.
Giovedì era il penultimo giorno di scuola al «Da Vinci-Montale». Intorno alle 12.45 tutti gli allievi dell’istituto, tutte le classi, erano riuniti nell’aula magna per le prove di recitazione dello spettacolo di fine anno. Tutti tranne Christian S., un ripetente che, bocciato due volte, frequenta ancora la seconda media. E che, con il suo solito atteggiamento da bullo, in quel momento è impegnato in un passatempo dei suoi: con la bicicletta scende e sale, impennando, sulle scale della scuola. Intanto insulta tutti coloro che «osano» guardarlo incuriositi.
L’insegnante di lettere lo nota e lo rimprovera, gli intima di non entrare a scuola con la bici, come Christian ha appena fatto e allora lui, sbuffando, esce dall’edificio. Subito dopo, però, rientra in aula magna come se nulla fosse e danneggia, sempre a bordo della sua bici, la presa di un computer. A quel punto l’insegnante, seppur in maniera pacata, non gliele manda di certo a dire. «Guarda che se non la smetti faccio chiamare tua madre». Il ragazzino perde le staffe, abbandona la bicicletta e inizia a insultare pesantemente la donna che, nel frattempo, sta per andare a cambiare la presa rotta. «E adesso prova a denunciarmi che ti ammazzo» le dice. Quindi si scaraventa contro la poveretta, la butta a terra e le sferra diversi pugni sul viso. Mentre alcuni colleghi, accorsi ad aiutare la donna, la trascinano dolorante in segreteria e cercano di allontanare il 15enne, lui non molla.

E raggiunta l’insegnante in segreteria le rifila altri pugni in faccia, stavolta rompendole anche gli occhiali.
Una famiglia difficile? Alle spalle di Christian c’è anche questo. La scuola, intanto, sta decidendo se promuoverlo o meno. Di certo il ragazzo l’anno prossimo non frequenterà più l’istituto.

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