WALT DISNEY, GENIO INTRATTABILE

«Se puoi sognarlo puoi farlo». Le festività natalizie sono l'occasione più adatta per parlare di Walt Disney e del suo celebre motto che diede propulsione a una creatività a cui ancora oggi i bambini di tutto il mondo (e non solo loro) continuano ad abbeverarsi. A Walt Disney, a 40 anni dalla scomparsa, il canale satellitare Studio Universal sta opportunamente dedicando una serie di serate, autentico tributo al suo talento e alla sua personalità. Dal lunedì al venerdì alle 20,45 è in onda Silly Simphonies (le sinfonie allegre), una rassegna di alcuni tra i migliori cartoons tra cui diversi premi Oscar, da Il brutto anatroccolo a I tre porcellini, da Il vecchio Mulino a Fiori e alberi, tutti cortometraggi trasformati in cartoni animati musicali nati nel 1929 dopo il grande successo arriso a Topolino e divenuti un autentico campo di prova per nuove tecniche di produzione, tra le quali l'uso del Technicolor. Di notevole curiosità è anche l'intervista al nipote di Walt Disney, Roy, trasmessa la sera di Natale a margine della messa in onda de Il drago recalcitrante, primo film in assoluto a includere del girato reale, una sorta di documentario ambientato nei locali degli studi Disney che mette insieme cartoni animati e immagini prese dalla realtà. Attraverso i ricordi del nipote, alcuni aspetti del grande regista ci consentono di capire, ad esempio, la maniacale dedizione con cui progettava e curava lo sviluppo del suo lavoro, fino a voler costruire un autentico zoo davanti agli studi cinematografici per dare modo agli sceneggiatori che lavoravano con lui di studiare giorno dopo giorno non solo le abitudini degli animali che sarebbero diventati i protagonisti delle pellicole, ma anche i loro movimenti più impercettibili. Un vero e proprio culto perfezionistico che consentiva poi ai cartoni animati di riprodurre con realistica approssimazione tutta la magia del mondo animale. Di Walt Disney è stata anche ricordata la volontà di lavorare con artisti di altissimo livello, condizione indispensabile per far diventare la sua azienda un colosso mondiale dell'animazione, e si è naturalmente posto l'accento sul grande tasso di genialità che gli ha consentito di essere un innovatore assoluto nel campo dello sviluppo dell'animazione, bruciandone le tappe e aprendo la strada ai futuri progressi ora consentiti dall'uso dei computer e dalle loro infinite potenzialità.

Siccome siamo in epoca natalizia, il documentario non ha invece voluto rischiare di rovinare l'atmosfera occupandosi di certi aspetti non proprio idilliaci della personalità di Walt Disney, primi fra tutti quelli caratteriali che lo portarono a scontrarsi più di una volta con chi gli lavorava accanto. Sarà per un’altra occasione...

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