L'intervento chirurgico di per sé incute tanta paura, ma l'aspetto che preoccupa maggiormente è quello legato all'anestesia e a eventuali sbagli. Proprio quest'ultimo problema sembra essere alla base di una vicenda avvenuta lo scorso anno e che ha colpito una giovane donna inglese. La vicenda si è svolta all'ospedale di Yeovil, nel Somerset (sud-ovest dell'Inghilterra) e ha visto come protagonista una donna di circa 30 anni che si è sottoposta a un'operazione.
A intervento chirurgico iniziato, però, mentre il chirurgo era intento a operare lo stomaco, la paziente ha urlato improvvisamente per il dolore a causa dei medici che le avrebbero somministrato un anestetico a livello spinale al posto di quello generale. Secondo il racconto della donna, la cui identità è rimasta anonima, nessuno in quel momento sarebbe riuscito a sentirla a causa della maschera per l'ossigeno e una tenda posizionata in modo tale da isolarla dall'area sottoposta all'operazione. Questa esperienza, però, avrebbe avuto dei risvolti poiché nel tempo la donna avrebbe iniziato a soffrire di "Disturbo da stress post-traumatico" (Ptsd) con continui incubi. A seguito di alcune osservazioni legali e da quanto affermato dallo studio legale Irwin Mitchell, l'ospedale NHS Foundation Trust di Yeovil, ha ammesso la responsabilità.
La paziente ha ricordato di essere rimasta sveglia durante l'intervento chirurgico mentre un laparoscopio era stato inserito e l'addome era pieno di gas. L'aumento della pressione sanguigna ha fatto sì che i medici si accorgessero del suo stato cosciente ma, sempre secondo lo studio legale, avrebbero preso la decisione di continuare con la procedura. Questo ciò che ricorda la giovane: "Ho queste immagini - racconta - di me sdraiata su un tavolo con le persone che mi guardano e non ascoltano le mie urla. È terribile e per questo posso svegliarmi tre volte alla settimana. Ora sono anche molto nervosa e paranoica con i medici - la mia fiducia è stata appena distrutta. Mentre nulla cambierà ciò che mi è successo, spero solo che le lezioni possano essere apprese in modo che nessun altro debba affrontare problemi simili in futuro."
Inoltre, la donna ha aggiunto che il chirurgo le avrebbe riferito di non aver mai praticato una tale procedura su un paziente cosciente. Dall'ospedale, attraverso un portavoce, fanno sapere: "Sembra che un'interruzione della comunicazione abbia portato all'uso di un anestetico diverso da quello normalmente richiesto per tale operazione. Siamo spiacenti se questa paziente ha sofferto di conseguenza. Tuttavia, questo caso non è stato ancora risolto con il richiedente e pertanto non ne discuteremo ulteriormente. In un anno eseguiamo oltre 15.
000 operazioni, molte delle quali salvavita, e siamo orgogliosi dei più alti standard possibili di assistenza e sicurezza". Dunque, la responsabilità è stata ammessa e si spera che le parti possano giungere a un accordo; ciò che rimane è la speranza che in futuro non accadano più fatti di questo tipo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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