Woody Allen si mette all’opera ma non rinuncia al bianco e nero

Una regia stile film anni ’50 senza tradire il testo lirico

da Los Angeles

Woody Allen si lancia nella regia d’opera con il Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, il terzo episodio del Trittico che ha inaugurato sabato la stagione lirica della Los Angeles Opera, diretta da Placido Domingo. Per vestire i panni di Rinuccio, Woody Allen ha scelto il giovane tenore albanese Saimir Pirgu, al suo debutto statunitense. Pirgu vive da anni in Italia, e il suo battesimo americano è avvenuto a un anno esatto dalla morte di Luciano Pavarotti, suo mentore e ammiratore. «Mi manca veramente», dice commosso Pirgu, «ma non mi sembra che non sia più tra di noi perché sento ancora le sue lezioni, i suoi “bravo ciccio”, per me è sempre presente».
Il Gianni Schicchi di Allen, con la scenografia del suo collaboratore storico Santo Loquasto e la direzione musicale di James Conlon, direttore stabile del teatro, è stato preceduto da Tabarro e Suor Angelica, messi in scena da William Friedkin, il regista de L’esorcista e Il braccio violento della legge.
«Questo Gianni Schicchi è molto pulito, fedele al testo, con luci essenziali, giocato sui toni del grigio, quasi fosse un film in bianco e nero», sottolinea Pirgu. «Non vi sono tracce dell’atmosfera sovreccitata e nevrotica di alcuni suoi film, come forse molti si aspettano. Allen mi ha invitato a pensare a certi ruoli giovanili di Mastroianni per interpretare Rinuccio, che è un giovane uomo maturo e desideroso di sposarsi, quindi un po’ ansioso e preoccupato, e non un ragazzino come vuole la tradizione. Allen ha un’esperienza enorme, e anche se gli attori d'opera sono diversi da quelli di cinema, sono comunque sempre esseri umani, e Allen sa prendere il meglio dall'umanità. In questo caso ha ridotto un po’ il nostro modo di cantare, mentre lui ha dovuto abituarsi a non vedere il suo film sullo schermo ma da distanze grandi: in un film vedi tutti i dettagli, ma da 50 metri non vedi più nessuna espressione, e il modo di recitare è per forza diverso». Unica concessione cinematografica della regia di Allen: i titoli di testa stile vintage proiettati sul sipario, con scherzosi nomi di fantasia come «una produzione Prosciutto & Melone».
È stato Placido Domingo, che conosce Woody Allen da una ventina d’anni, a convincere il regista a mettere in scena un’opera. Ma Allen ha detto di sì solo quando Domingo gli ha proposto Gianni Schicchi, un’opera in un atto unico presentata sempre nell'ambito del Trittico, in modo da dividere le responsabilità con un altro regista. «Ho accettato qualche anno fa», dice Allen, «pensando che nel frattempo sarei morto. Ma sono ancora qui a 73 anni e ho dovuto onorare la mia parola».
Dopo l’avventura losangelina Pirgu (classe 1981) riprenderà la Traviata, che l'aveva visto debuttare allo Staatsoper di Vienna nei panni di Alfredo, e la porterà all'Opéra di Losanna, all'Opéra Royal de Wallonie di Liegi e al Santa Fe Opera Festival. Seguiranno, nel 2009, il debutto parigino al Théâtre du Châtelet come Christian in Cyrano di Alfano, diretto da Placido Domingo, e il Requiem di Mozart diretto da Claudio Abbado al Lingotto di Torino.

Un calendario ricco di appuntamenti importanti che conferma che Pirgu è uno degli artisti emergenti del panorama operistico internazionale, una promessa che si è confermata all'altezza delle lodi e delle previsioni del Maestro Pavarotti e che dopo il suo esordio losangelino ha già suscitato l’interesse di altri teatri lirici americani.

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