I vertici delle cooperative rosse indagati a Perugia per false fatture

Avviso di garanzia per Giorgio Raggi, presidente della Coop Centro Italia. Al centro dell’inchiesta, le misteriose consulenze per l’acquisto di un terreno

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Sterza verso il mondo delle coop rosse l’inchiesta che la procura di Perugia sta conducendo per false fatturazioni. Ieri la Guardia di finanza ha bussato alla Coop Centro Italia per portare via carte e documenti e contestualmente formalizzare l’avviso di garanzia al vertice, a iniziare dal presidente, Giorgio Raggi. Oltre a lui sono iscritti nel registro degli indagati altri due uomini vicini alle coop: Roberto Oglialoro, presidente dell’immobiliare Icc, Immobiliare centri commerciali interamente società controllata dalla Coop di Raggi, e il vice presidente Paolo Grazi. Entrambi di Sinalunga, Oglialoro e Grazi compaiono in numerosissime società con sede sempre in località Pucciarelli di Castiglione del Lago dove si trovano gli uffici la Coop centro Italia.
L’indagine quindi è in accelerazione. Lo testimonia anche il nuovo interrogatorio fissato per la settimana prossima di Leonardo Giombini, 42 anni, costruttore vicino al mondo delle cooperative e al mondo variegato della sinistra in Umbria, in carcere dallo scorso 29 maggio. Ma si tratta comunque di un’indagine che ogni giorno fatica a superare omertà, un muro di silenzio, come un cordone sanitario che protegge gli affari più inconfessabili tra politica e cooperative. Con episodi singolari. Come quello che ha denunciato nei giorni scorsi Maurizio Ronconi, deputato umbro dell’Udc. In un’interpellanza al ministro Clemente Mastella chiede infatti di accertare se è vero che esistono addirittura due verbali della riunione del consiglio d’amministrazione della Icc nella quale nel novembre del 2004 si decise l’acquisto del terreno e del fabbricato ex Enel a Collestrada, nei dintorni di Perugia. I fatti sono ormai noti al grande pubblico: il 9 dicembre 2004 l’Icc firma dal notaio l’acquisto da Pirelli per 6,5 milioni di terreno e fabbricato a Collestrada. Una settimana dopo la Icc inizia a pagare corpose fatture alla SG Capital srl, società di Giombini, una prima fattura (datata 15 gennaio 2004 e saldata il 30 dicembre) di 850mila euro più Iva «per costi di intermediazione». Ancora qualche giorno e ne paga un’altra (data 10 gennaio 2005, saldo il 14), sempre alla SG, di 650mila euro «per uno studio di fattibilità sull’area». In tutto un milione 500mila più Iva (totale 1,8 milioni). Come mai? Oltre a Ronconi se lo chiedono le Fiamme gialle di Perugia che ritengono insolito il pagamento di consulenze sino al 23 per cento del valore dell’immobile oggetto della compravendita. Questo l’innesto di una serie di operazioni tra diverse immobiliari e società per creare sotto la regia di Giombini, sempre per gli inquirenti e i Pm della procura, delle provviste extracontabili. Per inciso, Raggi fino al dicembre del 2002 è stato presidente del consiglio d’amministrazione di un’altra società con affari che interessano agli investigatori. Si tratta della Foligno 2000 SpA e le relative compravendite dell’area dello zuccherificio del paese umbro. Ed è possibile che proprio quest’ultima vicenda sarà esaminata quanto prima dalla Guardia di finanza.
Tornando invece a Collestrada, solo per il cosiddetto «studio di fattibilità» sull’area, la fattura che l’architetto Raffaele Di Palma firmò il 31 marzo 2005 porta questa intestazione: «Per ricerca relativa al bacino di utenza, compreso a 50 min. di isocrona dal baricentro Collestrada-Perugia (Umbria, Bassa Toscana, alto Lazio)». Un’indicazione piuttosto criptica anche per gli specialisti e per i magistrati che si sono sforzati di dare un senso preciso a queste parole.

Cos’è l’«isocrona dal baricentro» rimane un mistero per ora insondabile se non fosse che Giancarlo Lo Forte, già amico di Giombini, sostiene che questi denari, gli oltre 800mila euro per la consulenza finanziarono le amministrative del 2005.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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