Roma, viaggio nel quartiere del ricordo degli esuli giuliano-dalmati

Dal 1945 in poi l’Italia si trova a dover gestire l’esodo dei connazionali in fuga dai territori occupati dalla ex Jugoslavia e dalle persecuzioni titine. Alla fine circa 350mila italiani d’Istra, Fiume e Dalmazia abbandonano le proprie case e approdano a Trieste.S’infrange così il “sogno comunista” sui cui nasce la Prima Repubblica. E per cercare di chiudere la “pratica” sottovoce, il governo di allora decide di disperdere gli esuli in tutta Italia. Memoria storica, identità, comunità: nulla sembra destinato a scampare a quegli anni di lotte fratricide. Ma a Roma, tra i caseggiati abbandonati di un ex villaggio operaio, succede qualcosa d’imprevisto.

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