Anna Castiglia vince Musicultura con l'inno contro il vittimismo

In fondo a Musicultura ha vinto il brano che legge meglio la realtà: Ghali di Anna Castiglia, che è l’inno di chi non fa nulla perché la colpa di tutto è sempre degli altri. Una lezione che questa venticinquenne di Catania, studente di chitarra classica al Conservatorio Verdi di Milano e pure cofondatrice del progetto Canta Fino a Dieci contro il “gender gap” nella musica, dedica magari inconsapevolmente, alla propria Generazione Z sempre più compiaciuta nel trovare scuse per non impegnarsi.Insomma si è chiusa così la 35esima edizione di Musicultura, un Festival che seleziona musica nuova (oltre 1000 i brani presentati), chiama artisti prestigiosi e di lunga carriera come Enzo Avitabile, Nada e Diodato e mantiene costantemente quel profilo alto voluto dal fondatore Piero Cesanelli, scomparso nel 2019. A fare la differenza è anche il luogo di Musicultura, ossia quello Sferisterio che è meraviglioso agli occhi e alle orecchie nonostante non abbia l’attenzione che merita. Mentre presentavano le serate, le due conduttrici (l’elegante Carolina Di Domenico e l’emozionata Paola Turci) erano quasi perse sul palco immenso e imprevedibile, davanti a una platea elegante e le telecamere di Raiuno che trasmetteranno l’evento il 15 luglio.Alla fine, tra gli otto vincitori (Anna Castiglia è la vincitrice assoluta) hanno lasciato un segno soprattutto Eugenio Sournia con Il Cielo (premio della critica) e il milanese Nico Ferrari con Sono fatto così. Ma il significato forse più profondo di questa edizione Musicultura è che riesce a conservare il proprio valore di “terza via” della nuova canzone, mantenendo i propri valori fondanti senza cedere a lusinghe facili.

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