Laser contro droni: la guerra spaziale che scuote la Corea

Il jolly militare della Corea del Sud si chiama Block-I e, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe in grado di colpire con un raggio laser piccoli velivoli senza pilota e multicotteri a distanza ravvicinata

Laser contro droni: la guerra spaziale che scuote la Corea
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Da un lato i droni di Kim Jong Un, sempre più efficienti e all'avanguardia. Dall'altro le difese della Corea del Sud. L'ultima novità di Seoul coincide con l'avvio della produzione in serie di un'arma laser a basso costo pensata proprio per neutralizzare i velivoli senza pilota che dovessero, in futuro, provenire dalla Corea del Nord. Il jolly militare si chiama Block-I e, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe in grado di colpire con precisione piccoli velivoli senza pilota e multicotteri a distanza ravvicinata. Il mese scorso la Defense Acquisition Program Administration (DAPA) ha firmato un accordo del valore di circa 100 miliardi di won (72,5 milioni di dollari) con la società di difesa nazionale Hanwha Aerospace. La fumata bianca consentirà presto al Sud di avere uno scudo in più per schermare eventuali colpi provenienti da Pyongyang.

L'arma laser della Corea del Sud

Block-I può sparare un raggio laser per circa 10-20 secondi, aumentando la temperatura dell'area bersaglio fino a oltre 700 gradi Celsius e disattivando i componenti interni del bersaglio, come il motore o la batteria. Il sistema d'arma può funzionare finché è presente l'elettricità, e si stima che un singolo colpo costi solo circa 2.000 won (circa 1,50 dollari), ha affermato la DAPA, sottolineando che il laser non è visibile all'occhio umano e non produce alcun suono.

Le immagini fin qui fornite mostrano un'arma delle dimensioni di un container con un laser dislocato sulla parte superiore e quello che sembra un radar o un dispositivo di localizzazione montato su un lato della piattaforma. La DAPA ha affermato che l'unità misura 9 metri per 3 metri per 3 metri e spara raggi laser difficili, se non impossibili, da rilevare prima dell'impatto.

In un secondo momento versioni future potrebbero essere sviluppate per colpire obiettivi molto più grandi, tra cui aerei e missili balistici. La DAPA svilupperà quindi "un sistema di arma antiaerea laser (Block-II) con potenza e gittata migliorate rispetto a quello attuale", si legge nel comunicato.

I droni di Kim

Come ha sottolineato la Cnn, Block-I entra in funzione in un momento importante. In Ucraina, Medio Oriente e altrove, piccoli droni - alcuni disponibili in commercio per uso civile - hanno dimostrato le loro capacità capacità di disattivare o distruggere hardware militare dal valore di milioni di dollari, compresi i carri armati. In generale, i vari eserciti hanno solitamente risposto cercando di eliminare droni a basso costo con sistemi difensivi che richiedono decine di migliaia di dollari a colpo. Un'arma che potrebbe fare lo stesso per pochi spiccioli sarebbe una grande spinta per chiunque la dovesse schierare.

Non è un caso che la Corea del Nord stia concentrando i suoi sforzi proprio nello sviluppo di nuovi droni. L'emittente televisiva di Stato nordcoreana Kctv, lo scorso gennaio, aveva diffuso le immagini di Kim intento a ispezionare nuovi sistemi militari sviluppati dall'industria bellica del Paese, inclusi alcuni droni d'attacco e di sorveglianza elettronica estremamente simili ad apparecchi in dotazione alle forze armate statunitensi.

Nello specifico, gli uav di Pyongyang erano apparsi molto simili - se non identici - ai velivoli statunitensi MQ-9 Reaper e RQ-Q Global Hawk. Basteranno i nuovi laser di Seoul per intercettare i droni di Kim?

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