Continua a chiedere aiuto all'Occidente. Fa presente, agli alleati, che Kiev ha bisogno di armi per continuare a respingere l'offensiva militare del Cremlino. Racconta, giorno dopo giorno, le tragedie generate dal conflitto, tra attacchi missilistici e raid contro edifici residenziali. Eppure, nelle ultime ore, Volodymyr Zelensky ha teso un emblematico ramoscello d'ulivo alla Russia. Il presidente ucraino ha infatti dichiarato che Mosca dovrebbe partecipare ad un secondo vertice per la pace in Ucraina, dopo il primo incontro andato in scena in Svizzera il mese scorso. "Credo che i rappresentanti russi dovrebbero essere presenti al secondo vertice", ha dichiarato Zelensky, esponendo in conferenza stampa i lavori preparatori per il nuovo appuntamento.
L'apertura di Zelensky alla Russia
Zelensky ha insomma annunciato che sta preparando un secondo vertice di pace per novembre al quale potrebbe essere rappresentata anche la Russia. Ricordiamo che il primo di summit organizzato da Kiev, che si è svolto il mese scorso in Svizzera, ha visto l'assenza di Mosca e si è risolto senza risultati concreti. Nelle prossime ore potrebbe dunque arrivare la tanto attesa svolta diplomatica, anche se c'è da capire come reagirà Mosca all'inaspettata apertura del leader ucraino.
Negli ultimi giorni c'aveva pensato Viktor Orban, nei panni di presidente di turno del Consiglio Ue, a cercare di mediare (scatenando le ire di Bruxelles), incontrando Zelensky, Putin e pure il leader cinese Xi Jinping. I viaggi di mantenimento della pace del primo ministro ungherese a Kiev e Mosca hanno dimostrato che saranno necessari sforzi di mediazione da parte di Paesi terzi, ha affermato adesso il consigliere politico dello stesso Orban, Balazs Orban (nessuna parentela tra i due nonostante il cognome).
L'Ungheria pensa di "poter svolgere un importante ruolo di mediazione" nello sforzo di risoluzione, ma molto dipenderà dai principali centri di potere globali. "Ci sono diversi attori della politica internazionale con cui vale la pena di tenere colloqui e incoraggiarli a compiere sforzi congiunti", ha detto, aggiungendo che tra questi ci sono gli Stati Uniti, l'Unione Europea, la Cina e, probabilmente, la Turchia.
Tra mediazione e guerra
Dietro le quinte la mediazione procede a piccoli passi. Sul campo di battaglia, però, si continua a combattere. "Tutti gli esperti ammettono che l'offensiva russa su Kharkiv è fallita. E' stata fermata dai nostri soldati e da armi appropriate", ha affermato Zelensky, aggiungendo che per "chiudere completamente" il cielo ucraino dagli attacchi russi "abbiamo bisogno di 25 sistemi di difesa Patriot".
Zelensky ha quindi detto di non essere preoccupato dalla prospettiva di un'altra presidenza di Donald Trump, nonostante i timori che possa essere più solidale con il Cremlino e mettere in discussione il sostegno di Washington a Kiev. "Penso che se Donald Trump diventerà presidente, lavoreremo insieme. Non sono preoccupato per questo", ha affermato. Il leader ucraino ha riferito che durante il suo recente viaggio negli Stati Uniti per il vertice Nato ha incontrato i governatori repubblicani e gli è stato assicurato il sostegno del partito. "Ci sono falchi i cui messaggi sono più di destra o più radicali. Ma voglio dirvi che la maggioranza del Partito repubblicano sostiene l'Ucraina e il popolo ucraino", ha assicurato Zelensky.
Zelensky ha infine spiegato che la campagna di mobilitazione in Ucraina sta procedendo secondo i piani, anche se non ci sono abbastanza basi di addestramento. "I militari dicono che tutto sta andando secondo i loro piani.
Per quanto riguarda i siti di addestramento, non ce ne sono abbastanza", ha affermato. Quanto alla possibilità di ampliarli, "l'espansione è già in corso" e la formazione all'estero "è una delle soluzioni dell'accordo bilaterale con la Polonia", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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