“Abbiamo scoperto il lato creativo del cartone, abbiamo constatato che si adatta a vari utilizzi perché è facile da montare e da trasportare, è personalizzabile con colori e disegni, è originale e versatile”. “Grupo” è il nome che si è dato un gruppo, appunto, di otto creativi pugliesi di ritorno da un viaggio di lavoro a Valencia. Il progetto “Fatti di cartone”, di Vincenzo, Salvatore, Nico, Luca, Annalisa, Francesco, Rocco e Simmaco, nasce da una tensione verso il futuro e dalla voglia di provare a fare qualcosa di bello, di utile e di semplice con un materiale, il cartone, ecologico, originale e versatile. Così, nascono sedie, tavoli, porta oggetti, svuota tasche e qualsivoglia oggetto d’uso comune, in base alle esigenze dei clienti. Questi prodotti, creati giocando con le forme e le linee del cartone, il cui lato creativo è al centro del progetto, nascono da idee semplici e da uno sguardo diverso sulle cose. Uno sguardo verso il futuro, orientato verso il lungo periodo: è questo il tratto distintivo di questo curioso progetto
“Finché ogni forma non avrà trovato la sua città, nuove città continueranno a nascere”. Questo estratto di “Le città invisibili” di Calvino fa da linea guida alla collezione di Carlo Malerba, “Village Chairs”. Sette sedie, di tre dimensioni diverse ed ecologicamente sostenibili, che diventano protagoniste di ogni ambiente quotidiano e finiscono per rappresentare un villaggio utopico. Dalla chiesa di Santa Maria Novella al Chrisler Building di New York, passando per la stazione Porta Nuova di Torino, il teatro Aldo Rossi di Borgoricco e l’Unitè d’Habitation Le Corbusier di Marsiglia. Senza dimenticare gli edifici che fanno parte della vita di molti, ovvero il condominio e la fabbrica. Il mondo di “Village Chairs” è un mondo poetico, ideale, dove si accentua il desiderio di stare insieme. La sedia, compagna stretta per molti durante la giornata, sta al centro, e con le sue forme evoca gli elementi della vita quotidiana. Se il condominio è legato alla condivisione della vita di quartiere, l’operatività della fabbrica lo è alla stanchezza e alla gratificazione del lavoro, laddove il teatro, invece, è espressione di cultura e di svago. Gli accostamenti che si creano tra le sedie della collezione, che siano voluti o casuali, rappresentano in modo poetico il paesaggio urbano e la bellezza delle relazioni sociali annesse. Un modo, quindi, per celebrare i rituali sociali, che nella loro ripetitività rappresentano un irrinunciabile elemento di rassicurazione.