«Abbiamo gridato, ma era già tardi»

«Non deve essersi nemmeno accorto di quello che gli stava succedendo... Il treno l’abbiamo visto tutti all’ultimo minuto e quando abbiamo gridato era ormai talmente vicino che il suo rumore ha coperto le nostre voci». È già giorno fatto e la notte trascorsa è stata un inferno. L’uomo che si copre il volto con le mani come a frenare le lacrime è un collega di Carlo Pistoni, il 55enne capo cantiere parmigiano (era nato a Traversetole nel 1952, ma abitava nel paese di origine della moglie, Sorbolo) investito l’altra notte, tre minuti dopo mezzanotte e mezza, mentre lavorava sui binari nei pressi dello scalo ferroviario Milano-Fiorenza, a Roserio, da un treno regionale appena partito dalla Centrale e diretto a Torino. «Il convoglio viaggiava a più di 100 chilometri all’ora. - conclude il testimone - E Carlo indossava il giubbotto arancione catarifrangente, quello di sicurezza. Quando il conducente ha notato che era lì, davanti al muso del treno, ha frenato, ha suonato, ma è stato inutile... Ancora non riesco a crederci, sarebbe potuto capitare a chiunque tra gli operai che erano lì, a chiunque...».
Purtroppo dalle prime risultanze delle indagini - condotte dal compartimento Polfer Milano e dal pm Ilda Boccassini - sembra proprio che la vittima e i suoi colleghi non dovessero trovarsi lì. Il treno che ha ucciso Pistoni, infatti, era l’ultimo prima che venisse interrotta la circolazione su quel tratto di binari per consentire l’inizio dei lavori della cooperativa per cui lavorava Pistoni. Il capo cantiere, infatti, aveva la responsabilità di allestire la struttura lungo la linea ferroviaria, ma il suo lavoro, e quello degli operai che dirigeva - assunti dalla ditta appaltatrice, la società Metropolitana Milanese, per realizzare la fermata Rho-Fiera - sarebbe dovuto iniziare più tardi, un’ora dopo.
«(...)La cooperativa bolognese di cui l’uomo era dipendente - spiega Ferrovie dello Stato in una nota - aveva chiesto a Rete Ferroviaria Italia (del gruppo Fs) l’autorizzazione ad accedere all’area ferroviaria per i lavori notturni. Che prevedeva un’interruzione della circolazione ferroviaria a partire dall’1.30».
«Attraverso un accordo firmato recentemente in Regione Lombardia abbiamo messo in campo una serie di iniziative concrete che puntano a una riduzione del 15 per cento degli infortuni sul lavoro e del 10 per cento delle “morti bianche“ entro il 2010» ha detto ieri il presidente della Regione, Roberto Formigoni, dopo le ultime morti sul lavoro, ricordando il piano biennale varato il 13 febbraio per ridurre le morti bianche.


Intanto ieri, dopo l’incidente, la circolazione dei treni lungo la tratta in questione, è rimasta bloccata fino alle 5. E oggi, dalle 10 alle 11, tutti i convogli nelle stazioni lombarde ritarderanno la partenza di 5 minuti in segno di protesta.

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